L’Antimafia sull’affare Camere di commercio riunite Tra nuove denunce e audizioni, Agen: «Noi sereni»

Una serrata lotta tra due fronti che adesso approderà anche sul tavolo della Commissione regionale antimafia presieduta da Nello Musumeci. Una rete di potere e interessi che si mischiano in una guerra con un solo snodo nevralgico: quello del controllo nella nuova mappa delle Camere di commercio in Sicilia. Da un lato ci sono Confindustria e il gruppo dell’industriale aretuseo Ivan Lo Bello, dall’altro la compagine di Pietro Agen, presidente di Confcommercio Sicilia. 

Gli enti intermedi, che avranno un ruolo determinante per lo sviluppo futuro dell’Isola, secondo le direttive del ministero dello Sviluppo economico devono passare dai nove presenti al momento – uno per ogni provincia dell’Isola – a tre Camere sovraprovinciali.  Accorpamenti che fanno rima con controllo: come quello che dovrà essere esercitato per esempio sugli aeroporti di Catania e Comiso. Scali sui quale il nascituro ente accorpato di Catania, Siracusa e Ragusa avrà in mano la maggioranza delle quote sociali

La scelta di Musumeci di avviare delle consultazioni arriva dopo l’indagine per abuso d’ufficio che coinvolge Alfio Pagliaro. Il commissario della Camera di commercio etnea è finito al centro di un’inchiesta della procura di Catania curata dal reggente dell’ufficio giudiziario Michelangelo Patanè e dal sostituto procuratore Pasquale Pacifico. Al vaglio degli inquirenti ci sono anche le posizioni di alcuni responsabili di associazioni datoriali che a Siracusa avrebbero iscritto al loro gruppo 75 aziende, senza che queste ne fossero a conoscenza. L’obiettivo sarebbe stato quello di fare crescere il proprio peso per i 33 seggi da distribuire nel consiglio d’amministrazione del futuro ente sovraprovinciale. Spartizione che dovrebbe appunto avvenire in base al numero delle imprese iscritte. 

Musumeci avrebbe preferito approfondire la vicenda con l’assessora alle Attività produttive Mariella Lo Bello ma presto c’è stata una levata di scudi, con entrambi i fronti che hanno chiesto di essere convocati. In una lettera indirizzata al presidente della Commissione regionale antimafia – e che ha come prima firmataria Confindustria Catania – si annunciano anche «nuove denunce su fatti gravissimi che sono ulteriormente emersi». Altra benzina che verrà gettata sul fuoco lunedì prossimo nel corso di una conferenza stampa. Per i dettagli bisognerà attendere, considerato che nessuna delle trenta sigle firmatarie lascia trapelare dettagli. 

Con la commissione che non si potrà sovrapporre alla magistratura, il compito dei deputati regionali sarà quello di verificare innanzitutto l’attività di controllo su iscrizioni e bilanci da parte della Regione e nello specifico dell’assessorato guidato da Mariella Lo Bello. A dirsi «sereno e silente» è invece Pietro Agen. Il presidente di Confcommercio spiega a MeridioNews di essere «favorevole all’audizione a Palermo, anche perché aspettiamo ancora di poter visionare gli elenchi». I documenti in questione sono quelli relativi alle presunte iscrizioni fantasma. L’evoluzione della vicenda potrebbe passare anche da un faccia a faccia che lo stesso presidente ha chiesto con il procuratore Michelangelo Patanè: «Vogliamo un incontro perché ci sono due cose da segnalare e che dovrebbero essere approfondite». 


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