Il progetto dell'Azione cattolica acese consegna alle vittime del terremoto di Santo Stefano un volume di storie inventate dai volontari diocesani. «Una carezza verso i piccoli che hanno visto distruggersi il loro immaginario della buonanotte»
La tenda delle Favole per dimenticare la notte del sisma Ai bimbi fuori dalle case racconti di «valori e comunità»
«Raccontare una favola ai bambini è come una carezza verso quei piccoli che, colti nel sonno dal terremoto,
sono costretti ad abbandonare le loro case vedendo così distruggere il loro immaginario della
buonanotte». Esordisce con queste parole Marianna Puglisi, membro dell’Azione cattolica della
diocesi di Acireale, per parlare de La tenda delle Favole (Cartagho edizioni), libro che mette insieme i racconti di volontari che hanno scelto di inventare una favola per allietare i bambini e le famiglie
colpite dal terremoto.
Il progetto è nato a luglio del 2016, pensato in occasione del tragico sisma che ha colpito Amatrice e gli
altri territori del centro Italia. Qualche problema dovuto al reperimento delle somme necessarie alla
pubblicazione, poi superato con l’investimento anticipato di alcuni associati, aveva
fatto allungare i tempi per l’uscita del volume. Poi, il terremoto del 26 dicembre che ha colpito la Sicilia orientale – in particolare l’Acese e i centri di Fleri e Pisano – due anni dopo Amatrice è stato l’input decisivo. «La scelta del nome tenda delle Favole non è casuale – prosegue
Marianna – poiché la tenda è la prima risposta all’emergenza del terremoto, è il simbolo degli sfollati e dei rifugiati.
Inoltre la tenda era il luogo in cui le popolazioni nomadi raccontavano gli avvenimenti importanti quando
fermavano il loro cammino». Sebbene il libro veda la partecipazione dell’azione cattolica, ha uno sfondo
laico. «I racconti inventati dai volontari parlano di senso di comunità, di solidarietà e di resilienza – sottolinea Marianna – e cioè valori che fanno riscoprire la vicinanza e allo stesso tempo accendono la
fantasia. Per questo motivo, le favole sono piaciute tanto ai bambini ma strizzano un occhio anche ai
grandi».
Figure e temi affrontati nelle favole sono tanti e pieni di significato. Si va dalla piccola
Irene che non perde la speranza di ricolorare il suo paese ingrigito attraverso l’amore e la felicità, passando per La Casa dell’alfabeto, storia in cui le lettere si mettono insieme per formare la parola terremoto e farne
scaturire significati più belli. C’è Emily, ragazza stravagante che riesce a creare una dolce melodia con degli
strumenti stonati. Poi la storia de L’omino testone: venuto fuori dal disegno di un bambino prende vita, si
accorge di non avere un cuore per amare: troverà la felicità con la compagnia di altri disegnini. Gioele,
che sconfigge l’emarginazione con la fantasia; e ancora, la favola del Lupo che, rimasto solo, si stanca di essere visto
come una figura cattiva e segue la stella che gli indica bontà e saggezza. «Mi sono ispirata alla canzone di Lucio Dalla Il Coyote – racconta l’autrice Graziana -. Il lupo viene
visto come un essere terrorizzante e il suo ululare incute paura, mentre nella storia il verso del lupo è
semplicemente comunicare con la stella luminosa, guida e segno di pace».
Oltre alle favole, il libro contiene
molte illustrazioni di Paola Ragusa, mentre la grafica è stata curata da Rosario Anastasi.
Il testo ha così visto la luce a un anno del terremoto, presentato al pubblico nella chiesa di Santa Lucia, ad Aci Catena, primo edificio di culto riaperto ad otto mesi dal terremoto. La tenda delle Favole ha inoltre debuttato al liceo scientifico Archimede di
Acireale, alla presenza di insegnanti e famiglie sfollate, raggiungendo tutti i luoghi colpiti da terremoto. I primi 1200 euro di ricavato verranno spesi per la nuova biblioteca della scuola ricostruita di Pennisi.
Il valore di un’iniziativa così forte di vicinanza alle famiglie del terremoto, non fa dimenticare lo stato attuale di una ricostruzione neppure in fase embrionale. A un anno dal sisma, le celebrazioni sono trascorse all’insegna delle recriminazioni dei comitati e delle comunità colpite dalla scossa di Santo Stefano. Si attendono ancora le altre somme per la ricostruzione ma anche la semplice viabilità non è stata ripristinata ovunque, a causa di edifici e strutture pericolanti.