La Soprintendenza siciliana del mare festeggia dieci anni Un anniversario reso amaro dalle trivellazioni petrolifere

Domani, domenica 21 Dicembre, la Sicilia ricorda i dieci anni della Soprintendenza del mare, un ufficio creato per tutelare il Mare nostrum. Il caso ha voluto che un anniversario importante per un’Isola che è al centro del Mediterraneo cadesse proprio in un momento di grande tensione provocato dalla scelta del governo nazionale di Matteo Renzi di aprire ai petrolieri, libero di trivellare i fondali del nostro mare alla ricerca di petrolio e gas. 

Contro la scelta del governo Renzi si sono già schierate sei Regioni italiane: Abruzzo, Campania, Lombardia, Marche, Puglia, Veneto. Mentre la Sicilia con il suo presidente della Regione, Rosario Crocetta, è schierato con Roma. Contro l’esecutivo nazionale si sono invece schierati tutti i Comuni siciliani (è di ieri la manifestazione di protesta contro le trivelle promossa dall’Anci Sicilia, l’Associazione nazionale dei Comuni italiani), a Palermo, davanti Palazzo d’Orleans, la sede del governo regionale. 

Sempre contro le trivelle sono gli ambientalisti: il Fai (Fondi per l’ambiente italiano), Greenpeace, Legambiente, MarevivoTouring club italiano e Wwf. Perplessità sull’arrembaggio dei petrolieri al Mediterraneo è stata manifestata anche dal professor Sebastiano Tusa, soprintendente del mare della Regione siciliana. Proprio sull’ubriacatura da idrocarburi che non ha risparmiato il governo Crocetta il docente ha dichiarato: «Dal dopoguerra in poi il sogno del petrolio è stato un bluff. Lo stesso Mattei, prima di morire, disse che il petrolio in Italia c’è, ma che i costi per estrarlo sono eccessivi. Noi speriamo sperano invece di basare lo sviluppo di questa regione sulle risorse vere: turismo, agricoltura e mare, con le sue risorse ittiche». 

Insomma, un ufficio, quella della Soprintendenza del mare, di grande autorevolezza che dà forza a tutte le forze sane della società siciliana che si battono contro le trivellazioni. Domani il programma prevede dalle 11.30 alle 13.00 – in collaborazione con l’associazione Amici della Soprintendenza del mare, l’associazione Progetto mare e la cooperativa Skenè – letture, immagini e proiezioni sul patrimonio del mare e sulla storia della subacquea nel Mediterraneo. Nel pomeriggio, dalle 16.30 alle 19.30, in collaborazione con la casa editrice Qanat (editrice delle pubblicazioni Ombre dal Fondo e I racconti del Faro con i contributi della Soprintendenza del mare), la realizzazione di un percorso narrativo attraverso l’ascolto di musiche e la lettura di brani dedicati al mare, letti da autori siciliani.

«Dieci anni di vita – dice Tusa – sono pochi per una istituzione pubblica, ma sembrano molti di più se guardiamo alla grande mole di lavoro che abbiamo svolto nei campi della tutela, ricerca e valorizzazione del patrimonio culturale subacqueo siciliano. Sarebbe lungo esporre anche telegraficamente le innumerevoli ricerche, scoperte ed eventi che abbiamo condotto con successo in Sicilia, in Libia, in Turchia, in Tunisia e in Giappone. Lo faremo con una pubblicazione che uscirà a breve. La mia soddisfazione è enorme per avere contribuito a dare un volto positivo alla nostra Sicilia grazie ad un’istituzione pubblica ormai rinomata in tutto il mondo – prosegue il professore – Ma anche per aver salvato un patrimonio immenso che giace nei mari e che ha contribuito a scrivere e dettagliare la storia della Sicilia. In questa occasione non posso non ricordare tutti i meravigliosi collaboratori che hanno contribuito enormemente a raggiungere gli obiettivi che sono sotto gli occhi di tutti. E’ merito dell’intero collettivo della Soprintendenza del mare se oggi possiamo con orgoglio affermare di avere fatto il nostro dovere interamente contribuendo a dare della Sicilia un’immagine di terra ricca di storia, di tesori e di eccellenze».

Quella siciliana è la prima Soprintendenza del mare istituita nel nostro Paese. Opera presso il dipartimento regionale dei Beni culturali ed ambientali. Ha compiti di ricerca, censimento, tutela, vigilanza, valorizzazione e fruizione del patrimonio archeologico subacqueo, storico, naturalistico e demo-antropologico dei mari siciliani e dei suoi arcipelaghi. L’attività operativa è garantita dalla dotazione tecnico-strumentale e, soprattutto, dall’aiuto costante delle forze dell’ordine che agiscono in mare (guardia di finanza, carabinieri, polizia, capitanerie di porto e guardia costiera). La struttura opera adesso in piena autonomia avendo assimilato le risorse e i mezzi delle precedenti esperienze. Ha sede a Palermo, presso palazzetto Mirto, nel centro storico della città, mentre i locali dell’ex istituto Roosevelt, all’Addaura, sono sede dei laboratori tecnici. In Europa solo la Grecia possiede una struttura analoga


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