Di silvia d'alia
La ‘manfrina’ di Fincantieri a Palermo
di Silvia D’Alia
Che cosa si nasconde dietro l’atteggiamento di Fincantieri a Palermo? C’è, in atto, una manovra per rendere sempre meno produttiva l’azienda del capoluogo siciliano? Sulla vicenda interviene il parlamentare regionale del Pd siciliano,Pino Apprendi, uomo politico che conosce a fondo la realtà dei Cantieri navali di Palermo.
“Con tutta la buona volontà del caso – dice Apprendi – non riesco ancora a convincermi che quanto accaduto a Palermo sugli appalti per la ristrutturazione dei bacini rientri nella ‘normalità’. Ci troviamo di fronte ad un caso che farà certamente storia: un colosso mondiale della cantieristica, paragonabile a Golia, che viene battuto da una azienda che al suo cospetto, come ebbi a dire in un altro comunicato, rappresenta il piccolo Davide”.
“Sulla trasparenza delle procedure – osserva ancora il deputato di Sala d’Ercole del Pd – non sollevo alcun dubbio perché immagino che gli uffici, prima di escludere Fincantieri per ‘ certificazioni non idonee’, abbiano esperito tutti i necessari adempimenti.
“Mi pongo e pongo una domanda alla quale non trovo adeguata risposta – aggiunge ancora Apprendi -: Cimolai, prima di queste gare di Palermo, ha partecipato ad altre gare con Fincantieri, facendo ricorso per la verifica dell’idoneità della certificazione della stessa Fincantieri?”.
Il dubbio, anche se questo Apprendi non lo dice, è che quella andata in scena a Palermo possa essere una manfrina destinata a creare solo problemi ai lavoratori del Cantiere navale.
“In tutto questo – dice ancora il parlamentare regionale del Pd – sfugge a qualcuno che ci sono di mezzo i lavoratori, cioè coloro i quali che hanno riposto le loro speranze nel protocollo siglato dalle parti. A Palermo si dice: quello si comporta come se non avesse rotto un piatto. In questo caso Fincantieri ha questo atteggiamento, come se nulla fosse accaduto”.