«In Sicilia manca una corretta programmazione del ciclo dei rifiuti». L’intervista alla presidente di Kalat Ambiente

Sono passati tre anni da quando un incendio ha distrutto l’impianto di selezione della frazione secca di rifiuti a Grammichele (in provincia di Catania) di proprietà di Kalat Ambiente Srr e gestito in house da Kalat Impianti. «Finalmente il governo regionale ci ha comunicato di avere individuato una soluzione operativa per la ricostruzione e il ritorno alla piena operatività», spiega a MeridioNews Concetta Italia, presidente dell’ente che si occupa di pianificazione, programmazione e affidamento della gestione del ciclo integrato dei rifiuti nel territorio del Calatino. A luglio, in occasione dell’incontro con i sindaci del territorio, infatti, a parlare di un finanziamento di circa 13 milioni di euro di fondi Poc è stato l’assessore regionale all’Energia e ai Servizi di pubblica utilità Roberto Di Mauro. «Un respiro di sollievo soprattutto per i molti lavoratori che, in questo momento, sono ancora in cassa integrazione – sottolinea la presidente di Kalat Ambiente Srr – e per cui, adesso, si può pensare di garantire una continuità occupazionale».

La lunga chiusura dell’impianto di Grammichele «ha avuto conseguenze su più livelli: innanzitutto ha tolto serenità e dignità ai lavoratori – spiega – ma ha anche impattato sulla gestione dei rifiuti e sulle tasche dei cittadini del Calatino». Kalat Ambiente Srr, infatti, si è vista costretta a conferire in centri privati per la la lavorazione e la selezione dei rifiuti. Con «maggiori oneri di conferimento (che, in certi casi, hanno superato l’80 per cento di aumento) – chiarisce la presidente – e anche una minore possibilità di monitoraggio della qualità del prodotto finale che poi si porta negli impianti». Perché tra gli obiettivi di Kalat Ambiente Srr in termini di gestione del ciclo dei rifiuti non c’è soltanto la quantità (che, negli anni, ha raggiunto nel Calatino livelli importanti andando oltre il 70 per cento) ma anche e soprattutto la qualità. «Nel nostro modo di concepire questo servizio, non è importante solo raggiungere i numeri delle percentuali di raccolta differenziata – illustra la presidente – ma puntare sugli obiettivi di qualità».

Al di là della questione legata alle conseguenze dell’incendio all’impianto di Grammichele – che sembrano finalmente arrivate a una soluzione operativa – «c’è da dire che in Sicilia manca una corretta programmazione del ciclo dei rifiuti – lamenta – Per esempio, se oggi avessimo più impianti pubblici, non avremmo avuto il problema di attendere la realizzazione dei termovalorizzatori. E per quanto riguarda i rifiuti – aggiunge – non si può più parlare di emergenza perché è diventata una questione costante». Per la quale, però, secondo la presidente di Kalat Ambiente Srr ci potrebbero essere delle soluzioni percorribili. «Se ogni ambito territoriale avesse un polo come il nostro, i territori sarebbero autosufficienti e questo potrebbe davvero arginare il problema dei rifiuti sull’Isola».

Come in molti casi, però, per arrivare a soluzioni definitive, bisogna partire dall’educazione ambientale. «Per questo motivo – fa notare – puntiamo sempre di più sui progetti nelle scuole». E, infatti, anche per l’inizio di questo nuovo anno scolastico si sta programmando la ripartenza in occasione della Settimana europea per la riduzione dei rifiuti (Serr) che quest’anno è dedicata al tema della riduzione dello spreco alimentare. Progetti che si chiuderanno in primavera con la seconda edizione del Campionato di plogging che, l’anno scorso, ha visto migliaia di studenti delle scuole del Calatino impegnati a raccoglier rifiuti di vario tipo abbandonati per strada. «Siamo convinti – conclude la presidente di Kalat Ambiente Srr – che la vera rivoluzione culturale possa partire soltanto dai più giovani che diventano sentinelle delle buone pratiche ambientali anche con gli adulti».


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