Unassemblea pubblica in piazza Stesicoro per decidere le prossime mosse di una protesta mondiale. In programma azioni dimostrative, manifestazioni studentesche e, soprattutto, il coinvolgimento dei cittadini. Puntando ai passanti, tra chi pensa a «staccare la testa ai potenti» e chi si allontana indifferente
Indignados etnei riuniti in piazza «Il cambiamento inizia dalle città»
Per gli indignados catanesi è tempo di organizzarsi. Affinché il movimento nazionale che si è creato non si perda nel nulla. Dopo la manifestazione dello scorso sabato a Roma e il contemporaneo presidio itinerante di Catania, la Rete 15 ottobre catanese ha organizzato, ieri pomeriggio, unassemblea pubblica in piazza Stesicoro. «Perché crediamo nella democrazia partecipata afferma Matteo Iannitti del movimento studentesco Serve una mobilitazione cittadina perché è proprio dalle città che bisogna partire per cercare di cambiare il mondo attuale. La rete è ramificata e al di là delle violenze che hanno attratto lattenzione dei media – continua – eravamo tantissimi a manifestare contro questo sistema antipopolare. È questo che importa».
Tanti i problemi dei cittadini catanesi – sociali, urbani e naturali – esposti da alcuni dei partecipanti. Per far sentire la propria voce è stata decisa la strategia delle proteste. «Bisogna darsi da fare con continue azioni dimostrative – dichiara Salvo Grillo del Gar, gruppo azione risveglio – Il prossimo appuntamento è per il giorno dellinaugurazione dell’ennesimo centro commerciale a Catania, nei locali della vecchia Dogana». Inoltre è stata fissata una manifestazione studentesca per sabato 29.
I partecipanti sono una cinquantina, a volte attraggono lattenzione di qualche passante, altre no. «Siete gli indignati? – chiede un anziano signore – Fate bene ad esserlo, ma non dovete fare così». Il suo rimprovero è riferito alle violenze romane, ma la sua posizione tutt’altro che pacifista: «A quelli di potere che hanno mangiato tutto, dovete proprio staccare la testa come si fa con i pesci», dichiara sorridendo. Poi un augurio e via: «Speriamo che le cose cambino in fretta e che abbiate il futuro che meritate, non questo schifo».
Totalmente disinteressate allassemblea, invece, alcune ragazze. Avvicinatesi perché incuriosite dal raduno in piazza, hanno deciso in pochissimi secondi di tornare ai loro piaceri. «Sono dei cretini» sentenzia una di queste allontanandosi. «Perché, che ha detto?», ribatte l’amica.
Le ragazze forse non conoscono le motivazioni chi sta in piazza e delle migliaia di persone che hanno manifestato sabato scorso in 82 città italiane. Per questo ieri pomeriggio la Rete ha deciso di riunirsi, ogni martedi dalle 17.30 in poi sempre in piazza Stesicoro, con assemblee pubbliche.