Il curioso caso dell’ordinanza lampo sull’acqua potabile Dal caos per eccesso di cautela al ritorno alla normalità

Un pomeriggio surreale quello di ieri a Palermo, come tanti se ne stanno susseguendo, va detto. Prima la notizia dell’acqua non potabile in buona parte della città, poi l’intervento del sindaco a ridimensionare la vicenda, infine l’Asp che affretta i controlli e chiude il caso. Sono passate da poco le 23 quando arriva la nota del sindaco a scrivere la parola fine su questo folle sei marzo. «Non è mai stata messa in discussione la salute dei cittadini – scrive Leoluca Orlando – Amap ha operato, come era prevedibile, attivando subito ogni procedura per tutelare la sanità pubblica e monitorare costantemente la qualità dell’acqua. Ora l’Asp non ha potuto che confermare i dati di Amap. Non può che dispiacere che qualche scelta eccessivamente burocratica abbia reso obbligatoria oggi pomeriggio una ordinanza che già durante la questa notte sarà revocata».

Il caos era scoppiato nel pomeriggio, quando Amap ha diramato una nota con come oggetto Avviso urgente. «Si informa che è inibito, fino a diversa comunicazione, l’uso delle acque distribuite dai serbatoi Petrazzi Alto e Basso per il consumo umano» si leggeva, seguivano poi in dettaglio tutti gli usi proibiti, che non riguardavano soltanto la potabilità dell’acqua, ma persino il suo utilizzo per preparare da mangiare o lavarsi i denti. Un eccesso di zelo, sì, ma necessario si scoprirà poi.

E così, mentre da Palazzo delle Aquile ci  si affrettava ad aggiustare il tiro parlando di «comunicato stampa incompleto da parte dell’Amap» e tranquillizzando la cittadinanza escludendo la possibilità che ci fosse «alcun problema di carattere microbiologico nell’acqua distribuita in rete», a Palermo ci si divideva tra chi urlava alla fake news e chi si accalcava nei supermercati a fare il pieno di confezioni di acqua minerale seguendo un copione tristemente noto negli ultimi giorni vissuti sotto la cappa dell’emergenza. 

Ma cosa è successo veramente? A spiegarlo è ancora il Comune. Il 25 febbraio i tecnici dell’Azienda sanitaria provinciale hanno eseguito delle analisi sull’acqua erogata dalla ex municipalizzata, in particolare su quella in uscita dai serbatoi Petrazzi trovando in alcuni casi presenza di solfati e alluminio superiori alle soglie consentite, oltre che tracce di altri agenti inquinanti. I risultati sono quindi stati trasmessi ad Amap, che si è mossa immediatamente per le verifiche del caso «anche con interventi di maggiore clorazione, monitorando costantemente fino al 5 marzo e lungo tutta la rete di distribuzione interessata la qualità dell’acqua».

Risultati soddisfacenti, quelli venuti fuori dal monitoraggio dell’Amap, che tuttavia non hanno potuto fermare l’ordinanza per la già citata mancanza di una contranalisi di conferma da parte dell’Asp che ha così richiesto «l’emissione di una Ordinanza sindacale che il Sindaco, quale autorità sanitaria cittadina non può non firmare».


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