230mila volumi, materiale di altissimo valore storico come pergamene del XII secolo, incunaboli, cinquecentine. La biblioteca Ursino Recupero, centro accademico che dovrebbe rappresentare una perla della città, si regge da anni sul lavoro di una sola dipendente (che riceve lo stipendio a singhiozzo) e ha in bilancio un passivo da un milione trecentomila euro. Debitore della somma, il Comune di Catania che dal 1929 ha l’obbligo di mantenere la struttura con un contributo annuale stabilito secondo le necessità. Ma da alcuni anni il budget non viene stanziato e la somma cresce sempre di più.
La crisi vissuta dalla biblioteca ha origini lontane: già nel 2009 la situazione non era rosea e l’ammanco nelle casse si attestava sul milione di euro. Proprio a causa delle difficoltà economiche, due dipendenti erano andati in pensione con pesanti arretrati sulle buste paga ed erano stati costretti ad inviare decreti ingiuntivi per ottenere i compensi. «Adesso la situazione con loro è risolta, hanno avuto la liquidazione completa», afferma l’ultima dei lavoratori rimasti, Rita Angela Carbonaro che da sola – assieme ad un gruppo di stagisti dell’università di Catania – manda avanti l’intera struttura. Solo negli ultimi giorni l’amministrazione ha provveduto a saldare parte delle mensilità arretrate, ma nonostante tutto Carbonaro continua la sua attività di guida, guardiana e coordinatrice della biblioteca. «In questi giorni sto preparando la mostra su Sant’Agata e oggi finirò di lavorare a mezzanotte».
Instancabilmente, Rita Carbonaro fa la spola tra un’ala e l’altra della biblioteca, ospitata all’interno del complesso dell’ex monastero dei Benedettini. Ad aiutarla – dopo il pensionamento dei sette colleghi – gli studenti che scelgono di svolgere lì le 75 ore previste di stage. «Abbiamo un flusso costante e vario di visitatori – spiega la responsabile – Studiosi stranieri, studenti di tutti i corsi, turisti che inseriscono la biblioteca negli itinerari». Tutto l’amore provato per la Ursino Recupero traspare da ogni parola di Rita Angela Carbonaro: «Questa biblioteca è un vanto per la città». E la situazione di difficoltà economica – che ormai sembra sempre più insanabile, visto lo stato di salute delle casse di palazzo degli Elefanti – non la impensierisce: «L’importante è sempre avere la voglia di fare». Anche se ci si ritrova da soli a difendere un patrimonio di inestimabile valore.
[Foto di ialla]
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