«Le istituzioni devono rendersi conto del fatto che questa è un’iniziativa imprenditoriale seria. Anche se anomala, perché gli imprenditori sono gli ex dipendenti che stanno scommettendo il loro pane quotidiano». Per farsi sentire hanno occupato la sede di rappresentanza della Regione a Catania i 77 lavoratori della Cesame, fallita nel 2007. Da quel momento a oggi hanno cercato un modo per riprendersi la loro fabbrica e il marchio. L’hanno trovato due anni fa, costituendo una cooperativa, la Coop Cesame, «il cui capitale sociale è formato da parte delle indennità di mobilità e del trattamento di fine rapporto dei lavoratori», spiega Sergio Magnanti, presidente della cooperativa. Cifre che però non bastano a coprire le spese per l’acquisizione dell’immobile e la ristrutturazione dello stabilimento. Nonostante le promesse, però, le istituzioni latitano. Su tutte la Regione Sicilia, in un primo momento parte attiva della rinascita della Cesame. «Non possiamo permetterci che questo progetto non vada in porto – dice Giuseppe D’Aquila, segretario sindacale Filctem-Cgil – Per questo oggi abbiamo organizzato questa iniziativa», dice. Occupando la sede di rappresentanza etnea della Regione, fino a quando non riceveranno risposte.
Un primo incontro tra i lavoratori e la presidenza regionale era previsto lo scorso mercoledì al ministero dell’Economia, a Roma. Appuntamento disertato dall’amministrazione, «senza dare spiegazioni», racconta Magnanti. «Abbiamo chiesto un nuovo incontro con il governatore Raffaele Lombardo, i tecnici regionali e la prefettura», aggiunge D’Aquila. La data è prevista per questo giovedì. «Siamo fiduciosi nella presenza della Regione – sottolinea il presidente della cooperativa – Fino ad ora ci hanno seguiti, garantendo in parte per il mutuo da due milioni di euro che abbiamo avviato per acquisire lo stabile e il marchio». Il prossimo passo sarebbe adesso quello di riempire una scatola di finanziamenti – con etichetta contratto di sviluppo regionale – rimasta vuota. A sorpresa.
Finanziamenti inizialmente previsti solo per i progetti contenuti entro una spesa di 7,5 milioni di euro. «Ma la Regione ha predisposto con un’apposita normativa che a questi contratti possano accedere anche progetti di investimenti superiori, come nel caso della Cesame – spiega Magnanti – Ci siamo accorti, però, dopo un paio di mesi dall’acquizione della fabbrica, che questo strumento era vuoto di risorse». Coop e sindacato chiedono quindi adesso che venga finanziato. «E se dev’essere finanziato anche solo per il progetto Cesame a noi va bene», aggiunge D’Aquila. Una scommessa non solo per i 77 lavoratori adesso proprietari, ma per tutta la città, secondo il presidente della cooperativa. «E’ un’iniziativa che genererà sviluppo e occupazione – conclude – Porteremo ricchezza».
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