Frode in pubblica fornitura, truffa e violazione della legge sullo smaltimento dei rifiuti. Queste le accuse ipotizzate dalla Procura etnea alla conclusione degli approfondimenti giudiziari sull'ex cartiera che sorge a pochi metri dalla spiaggia di Marina di Cottone. Secondo gli inquirenti, i materiali pericolosi non sarebbero stati smaltiti secondo le prescrizioni di legge
Fiumefreddo, finite le indagini sulla Siace L’accusa: cemento e amianto sotterrati
La Procura di Catania ha concluso le indagini al termine dell’inchiesta sulla bonifica dell’ex cartiera della Siace, nel Comune di Fiumefreddo, notificando la richiesta all’amministratore delegato della Sviluppi ambientali di Villa San Giovanni, Sergio Alessio Ruffo, di 45 anni. L’inchiesta è nata nell’ambito della bonifica del lotto C del sito disposta dalla Provincia nel 2010. I reati ipotizzati sono frode in pubblica fornitura, truffa e violazione della legge sullo smaltimento dei rifiuti. Secondo gli inquirenti, la società – che aveva ricevuto un appalto da oltre 300mila euro – avrebbe sotterrato cemento e amianto nel sottosuolo invece di smaltirlo secondo le prescrizioni di legge.
Dopo il sequestro nel 1998 per la prima volta, nel sito sono stati ritrovati circa millecinquecento tonnellate di amianto, lastroni provenienti dalle coperture dei capannoni. La Provincia etnea ha acquistato larea che si trova a pochi metri dal mare, con un progetto di ripristino che prevedeva anche la creazione di un parco acquatico. Un’idea mai andata in porto, per un’area diventata un parcheggio abusivo per i bagnanti della spiaggia di Marina di Cottone. Sequestrata una seconda volta, nel 2008, dalla guardia di finanza, da quel momento sono iniziati i lavori di bonifica, portati avanti garantendo il dissequestro del sito. Nella zona sorge anche un altra ex cartiera privata, la Keyes, e secondo quanto confermato dai militari in occasione del sequestro «diversi ex operai» dei due impianti sono morti di tumore ai polmoni.