Europee, presentata la candidatura di Musolino De Luca: «Ma noi non entreremo in Forza Italia»

Ufficializzata la candidatura alle elezioni europee dell’assessora comunale Dafne Musolino. Una scelta dettata «dalla volontà del sindaco di Messina e della città metropolitana di avere un interlocutore e un rappresentante diretto in Europa». Non usa mezzi termini Cateno De Luca che in conferenza stampa a palazzo dei Leoni ha detto: «Siamo diventati il pisciatoio dell’Euromediterraneo».

Ecco perché, secondo il primo cittadino, serve una candidatura di territorio che «si caratterizzi sotto il profilo dell’identità. Messina è stata lasciata fuori dalle strategie a livello europeo, non ha espresso un parlamentare europeo ed è stata utilizzata per riequilibrare giochi politici di Catania e Palermo». Adesso «è il tempo di dire basta – prosegue – Messina deve diventare protagonista nei luoghi dove si sta discutendo la programmazione 2021-2028». 

Come fa spesso, De Luca ha parlato per la maggior parte della conferenza stampa spiegando il perché la scelta sia ricaduta su Musolino. «La scelta arriva dopo un ragionamento fatto in giunta. Abbiamo avuto interlocuzioni con il presidente dell’Ars Gianfranco Miccichè, numero uno di Forza Italia in Sicilia. Questa versione pluralista ci permette di esprimere in autonomia questa candidatura». Sgombra quindi il campo da possibili risvolti che esulino la candidature alle Europee. «Ci siamo accordati con Forza Italia semplicemente perché nessuno ci ha cercato, a differenza di Miccichè che ha evidenziato attenzione per Messina con questa scelta». 

De luca ribadisce quindi nessuna adesione da parte sua o Musolino a Forza Italia. «Non utilizzeremo le tre preferenze, andremo secchi su Dafne Musolino: non vogliamo entrare in nessuna delle faide attualmente in corso che riguardano le quattro candidature maschili». L’assessore all’Ambiente è sintetica e tecnica come suo solito. «Vogliamo riportare Messina a quel ruolo di centralità che fino a cinquant’anni fa le era riconosciuto – dichiara – Oggi invece è fuori dai traffici commerciali e dagli assi logistici, con agricoltura e pesca sacrificate. Dobbiamo riaffermare il ruolo della Provincia contro le decisioni macroeconomiche sovranazionali che – conclude Musolino – hanno reso marginale i settori produttivi del Mezzogiorno».


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