Due candidati molto diversi tra loro uniti da una bagarre che si sta consumando in questi giorni all'interno del Partito democratico. Il circolo mottese ha indicato come candidato sindaco da sostenere Danilo Festa (consigliere comunale uscente, ex segretario della sezione) e non Daniele Capuana (ex Mpa, passato al Pd, considerato vicino al sindaco catanese Bianco). Ma i vertici provinciali hanno bloccato l'iter, nominando un «presentatore della lista» che dovrà scegliere tra i due. In un Comune sul quale si concentrano interessi attirati dall'enorme discarica in contrada Tiritì
Elezioni comunali, il Pd si spacca a Motta Festa: «Il simbolo possono tenerselo»
Ennesima spaccatura all’interno del Partito democratico. L’ultima polemica si sta consumando in questi giorni a Motta Sant’Anastasia, a poco più di un mese dalle elezioni amministrative della cittadina del Catanese. Terreno di scontro è la scelta del candidato da appoggiare nella corsa elettorale: Danilo Festa o Daniele Capuana. Se il circolo locale ha espresso la propria preferenza per Festa – giovane consigliere comunale uscente, candidato con il movimento #Liberamotta -, i vertici provinciali del partito sono entrati a gamba tesa bloccando l’iter e nominando «un presentatore della lista», Paolo Mangione. «Il suo compito sarà quello di verificare la composizione della lista del Pd ha dichiarato il segretario provinciale del partito Enzo Napoli e di procedere al collegamento con il candidato sindaco che ha raccolto il consenso più ampio tra le forze del centrosinistra». Nonostante la sezione mottese si sia offerta di organizzare delle veloci primarie per dirimere la questione attraverso il voto degli iscritti. «Di fatto è un commissariamento», afferma Festa. «Noi abbiamo fatto i passaggi previsti dal regolamento», assicura. «In assenza di un provvedimento di commissariamento, di cui in nessun modo ci sono i presupposti, nessun organo esterno può sostituirsi agli organismi democraticamente eletti», sostiene Domenico Grasso, membro della direzione provinciale e coordinatore dell’area Civati catanese di cui Festa fa parte.
L’esecutivo provinciale prenderà una decisione dopo le festività pasquali, martedì 22, però l’entourage di Daniele Capuana sembra già pregustare una risposta favorevole. «Ieri nella sede del comitato elettorale di Capuna era esposto il simbolo del Pd», racconta Festa. Un logo rimosso stamattina, quando le polemiche attraverso i social network hanno turbato il sabato mattina mottese. Dal canto suo il giovane candidato non dà mostra di considerare l’appoggio del partito di Matteo Renzi come imprescindibile per la riuscita del suo progetto. Non a queste condizioni, almeno. «Se lo possono tenere il simbolo», chiosa con semplicità.
I candidati si affrontano all’ombra della torre normanna. Da una parte un aspirante sindaco da sempre parte del Partito democratico (nonostante alcuni momenti difficili, culminati con le sue dimissioni dalla carica di segretario), consigliere comunale uscente eletto proprio con la compagine di centrosinistra. Dall’altra un nome noto della politica locale: Capuana, ex vicepresidente del consiglio comunale di Catania, ex assessore provinciale allo Sport, espulso nel 2009 dal Movimento per l’autonomia e transitato tempo dopo al Pd. Sostenuto dalla lista dal movimento da lui fondato, Scelta giovane, e dal Megafono di Rosario Crocetta, è visto come il candidato più gradito tra i due al sindaco etneo Enzo Bianco. Il quale potrebbe già pensare agli assetti da consolidare con l’avvio delle città metropolitane. E il boccone di un Comune sui cui confini, tra le contrade Tiritì e Valanghe d’inverno, sorge un’immensa discarica è troppo ghiotto per non essere preso nella dovuta considerazione.