Oggi a sala d'ercole la mozione di sfiducia al presidente della regione. Il governatore si sente al sicuro. Perche' ha mantenuto quasi tutte le promesse fatte. Ai poteri forti, ovviamente. . .
… e per Rosario Crocetta venne il giorno del giudizio…
OGGI A SALA D’ERCOLE LA MOZIONE DI SFIDUCIA AL PRESIDENTE DELLA REGIONE. IL GOVERNATORE SI SENTE AL SICURO. PERCHE’ HA MANTENUTO QUASI TUTTE LE PROMESSE FATTE. AI POTERI FORTI, OVVIAMENTE…
“Ha fatto solo annunci”, dice il capogruppo del Movimento 5 Stelle all’Ars, Giancarlo Cancelleri. Ha fatto solo danni, replicano altri esponenti politici.
Lui, Rosario Crocetta, oggetto, oggi, a Sala d’Ercole, di una mozione di sfiducia presentata dai parlamentari grillini (con le firme dei tre deputati della Lista Musumeci e la firma di un deputato del Pdl), continua ad autocelebrarsi. “Ho fatto questo, ho fatto quest’altro” e bla bla bla.
Il voto di oggi sembra scontato. Forse troppo scontato. La quiete prima della tempesta? Il presidente della Regione non ha una maggioranza in Aula. I suoi veri alleati e sostenitori sono due: i poteri forti della Sicilia e l’olimpica certezza che i parlamentari dell’Ars non lo manderanno mai a casa dopo meno di un anno, perché nessuno di loro ha intenzione di rinunciare a 20 mia euro al mese.
Senza questa stupida riforma approvata dal Parlamento dell’Isola nel 2001, Crocetta sarebbe già a casa da un pezzo. L’Aula lo avrebbe già sfiduciato e avremmo un altro presidente della Regione. Invece è stata introdotta l’elezione diretta del presidente della Regione, con l’aggiunta di una legge elettorale demenziale e truffaldina, che introduce il premio di maggioranza senza garantire in Aula la maggioranza al presidente eletto direttamente dal popolo. Una manifestazione lampante di inadeguatezza del Legislatore (e di chi ha fatto passare questa assurda legge).
Oggi alcuni giornali ricordano le promesse non mantenute da Crocetta. L’acqua pubblica che il presidente ha lasciato nelle mani dei privati. Il Muos di Niscemi, che in campagna elettorale avrebbe dovuto essere smantellato e che, oggi, è diventato bello e buono, addirittura “uno strumento di pace”. Per non parlare del dimezzamento dell’indennità, che il presidente della Regione non ha affatto dimezzato, come gli ha rinfacciato Beppe Grillo.
La verità è che, se andiamo dietro alle promesse non mantenute da Crocetta, ci perdiamo di casa.
Noi, invece, oggi, vogliamo parlare delle promesse mantenute dell’attuale governatore. Promesse che il presidente della Regione ha fatto ai poteri forti. E che ha mantenuto.
Crocetta ha promesso a chi oggi controlla Confindustria Sicilia che gli avrebbe ridato il controllo dell’assessorato alle Attività produttive. E ha mantenuto la parola. Ha promesso che non una sola informazione sarebbe uscite dagli uffici di questo assessorato sui bandi. E non abbiamo letto nulla di questi bandi.
Ai suoi amici di Confindustria Sicilia ha promesso che gli avrebbe fatto controllare l’Irsap, l’Istituto regionale per le attività produttive che in Sicilia non ci sono più. Gli ha promesso che avrebbe messo lì Alfonso Cicero, a prescindere. E ha mantenuto la promessa. Cicero è lì: non ha i titoli, ma è lì lo stesso.
Cicero non ha i titoli per stare lì? Il decreto legislativo n. 39 di quest’anno ha dettato norme particolarmente stringenti per il conferimento degli incarichi? Crocetta e i suoi amici, di fronte alle Leggi, usano il metodo ‘Ninni’: Ninni stamu futtennu…
Rosario ha promesso che l’acqua sarebbe rimasta nelle salde mani dei privati. E così, fino ad oggi, è stato. E in questa ‘tela’ più o meno idrica, per un certo momento, era riuscito perfino a tirare dalla propria parte una parte dei grillini, forse un po’ ingenui. Grillini che, comunque, hanno fatto dimenticare il passo falso compiuto in Commissione Ambiente, schierandosi senza se e senza ma per l’acqua pubblica.
Certo, alcune promesse, Rosario Crocetta, le sta portando avanti a fatica. Come quella di sbaraccare la formazione professionale da affidare agli industriali senza industrie. Su questo versante, pur avendole provare tutte, sta trovando difficoltà. Soprattutto in Aula. Dei 280 milioni di euro della seconda annualità dell’Avviso 20 – questo il nostro parere – almeno la metà il presidnete vorrebbe darla agli industriali. Ci riuscirà? La partita è aperta.
Aveva promesso di continuare a riempire la Sicilia di discariche. ne avrebbe voluto aprire una a Terrasini. Ma gli è andata male. E gli sta andando male anche in altre parti dell’Isola. Per carità: nella nostra Isola il ‘pericolo’ di una capillare diffusione della raccolta differenziata dei rifiuti è stato ‘sventato’: tranne pochi Comuni, le discariche sono ancora oggi la regola. E gli ‘amici’, prima o poi, in casseranno (per ora i Comuni siciliani non hanno soldi e non possono pagare i tanti crediti – centinaia di milioni di euro – che i titolari delle discariche private vantano nei confronti dei Comuni: ma non c’è paura; tra qualche anno pagheranno i cittadini siciliani con uno stratosferico aumento delle bollette).
Insomma, è sommamente ‘ingiusto’ dire che Crocetta non sta mantenendo gli impegni. Semmai, non sta mantenendo gli impegni con gli elettori. Ma che gliene può fregare, a un personaggio come Crocetta, degli elettori siciliani?
Gli aveva promesso l’acqua pubblica? Stupido chi gli ha creduto. Gli aveva promesso la battaglia contro il Muos di Niscemi? Peggio per chi ha pensato che il presidente della Regione si sarebbe messo contro gli americani. Il Muos – dopo la campagna elettorale e dopo aver acchiappato l’elezione – per Crocetta, come abbiamo ricordato, è diventato uno “strumento di pace”.
Insomma, chi è più stupido, Carnevale o chi gli va dietro?
Poi c’è l’Antimafia, il cavallo di battaglia di Rosario e dei suoi amici. Quell’Antimafia che gli consente di mettersi sotto i piedi il già citato decreto legislativo n. 39. Quell’Antimafia che gli consente di dormire sonni tranquilli anche in presenza di un’inchiesta su di lui, per fatti gravi, raccontata per filo e per segno dal settimanale Centonove.
Crocetta non è né Totò Cuffaro, né Raffaele Lombardo. Per lui non valgono questa ‘facezie’. Da Sindaco di Gela ne ha combinate di tutti i colori. Ma gode del sostegno di uomini delle istituzioni. Un nome, una garanzia.
Non è con le promesse mancate che, oggi, Crocetta affronta in Aula la mozione di sfiducia. Al contrario, va a Sala d’Ercole con la forza delle promesse che ha mantenuto. E si sente forte. Fortissimo. E ne ha ben donde, considerato il calibro dei personaggi che ha favorito.