Diaspora Pdl: Saverio Romano sceglie Raffaele Fitto. I retroscena dei berlusconiani siciliani ormai in rotta

IL LEADER DEL CANTIERE POPOLARE SI RIFIUTA DI ‘ADDIZIONARSI’ AI ‘TRADITORI’ DI ANGELINO ALFANO

Saverio Romano, leader del Cantiere Popolare-Pid, dice addio ad Angelino Alfano. Per essendo sempre stato vicino all’attuale ministro degli Interni (Romano, alle ultime elezioni politiche, è stato candidato nel Pdl, dove è stato eletto), si è rifiutato di seguire Alfano e gli altri ‘traditori’ che si sono giocati berlusconi per mantenere in vita il Governo Letta-Bilderberg.

Romano ha invece aderito all’area del Pdl che fa capo a Raffaele Fitto. E in un comunicato spiega anche il perché. “Raffaele Fitto – dice Romano – rappresenta finalmente in modo chiaro e inequivocabile quale può essere la via d`uscita da un confronto politico impantanato a causa di una contrapposizione approssimata e superficialmente rappresentata da falchi e colombe. Oggi il centrodestra tutto ha bisogno di una verifica politica che passi da una grande partecipazione dei suoi elettori, per scegliere la linea politica e la sua rappresentanza”.

“Ci aiuta da una parte Ernesto Galli della Loggia – prosegue il leader del Cantiere Popolare – quando auspica un centrodestra alternativo alla sinistra; e dall`altra ci preoccupano Epifani e Cuperlo, che vorrebbero un centro subalterno alla sinistra, al punto da esserne non avversario e nemmeno uno sparring partner, ma addirittura un punchball”.

“Interprete autorevole del loro pensiero – prosegue Romano – è stato oggi il Premier Letta che troppo presto ha tratto conclusioni sul destino del centrodestra e del suo leader Silvio Berlusconi. Cantiere popolare è della partita, pronto al confronto e a sostegno dell’iniziativa oggi intrapresa dall`amico Raffaele Fitto”.

Questi politici, al solito, parlano in ‘politichese’. Vediamo di capire che cosa potrebbe succedere.

Alfano e il resto dei ‘traditori’ si sono già giocati il Cavaliere. Non da ora, ma da tempo. E il ‘tradimento’ è stato consumato in Sicilia in occasioni delle elezioni regionali del 2012, quando un ‘pezzo’ del Pdl non ha votato per il candidato del centrodestra, Nello Musumeci, ma per Rosario Crocetta.

Questo ‘pezzo’ del Pdl è stato gratificato dal presidente della Regione con un assessorato. Il garante di quest’operazione politica è l’Udc. L’operazione è partita alla ‘lontana’. Sta subendo un’accelerazione dopo che alle ultime elezioni politiche l’Udc di Casini è praticamente scomparso.

A questo punto gli ex democristiani – probabilmente preventivamente informati della fine che avrebbe fatto Berlusconi, ormai ufficialmente ai servizi sociali dopo la condanna e la decadenza dal Senato – stanno accelerando per dare vita al Ppe.

Di fatto, Alfano e i suoi amici, dopo aver ‘tradito’ il capo, non fanno più parte del Pdl. Fanno solo finta di stare dentro il Partito. Con molta probabilità, sono stati aiutati dalla testardaggine di Berlusconi, che pensando, come spesso gli capita, di essere onnipotente visto che ha un sacco di soldi, era convinto comunque di cavarsela.

Non avendo un sostituto – con un ‘pezzo’ di Partito ‘risucchiato’ dalle consorteria massoniche e con un altro ‘pezzo’ di Partito che va dietro ad Alfano – il Cavaliere è imbambolato. Non sa cosa fare. E forse, adesso, nemmeno sua figlia sarebbe disposta a prendere il suo posto, visto che adesso questa soluzione – che avrebbe dovuto essere adottata prima – sembrerebbe un ripiego.

Insomma, quello di Berlusconi ormai sembra l’esercito tedesco al ritorno dalla campagna russa. Chi scappa di qua, chi scappa di là.

Quelli messi peggio di tutti – può sembrare un paradosso – sono proprio Alfano e i transfughi che lo seguono. Zero voti ad Agrigento, qualche soldo a Palermo e quattro voti residuali tra Catania e Bronte.

Tecnicamente, pur con ministeri e appoggi, non hanno dove andare.

Foto di prima pagina tratta da noncicolpedia.wikia.com

 


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