Depuratore S.M.Licodia, il sopralluogo dell’Arpa Stipulata intesa per spostare il punto di scarico

Sopralluogo dei funzionari dell’Arpa Sicilia in contrada Schettino, dopo l’allarme di «avvelenamento delle acque e danni ambientali» lanciato dal Movimento cinque stelle, a seguito di un controllo fatto in precedenza dalla deputata regionale Angela Foti, assieme al candidato sindaco di Paternò Salvo La Delfa. A fare partire i controlli una segnalazione dei consiglieri del gruppo La Scelta di Santa Maria di Licodia. L’attenzione della deputata, in particolare, si è concentrata nella zona di contrada Spurpi, dove scorre a cielo aperto un torrente composto da acque di fogne miste a quelle di sorgente. Angela Foti aveva parlato di fiumi di liquami che «vengono sversati sui terreni da decenni, proprio a due passi da abitazioni e attività commerciali a causa del cattivo funzionamento del depuratore».

Da premettere che l’impianto di depurazione era stato posto sotto sequestro già nell’agosto dell’anno scorso dalla magistratura per i rischi igienico-sanitari e i gravissimi danni ambientale e alle colture. Da decenni, infatti, i residenti delle zone circostanti il vallone Spurpi denunciano le intollerabili condizioni in cui versa l’area, i miasmi provenienti dalle acque fognarie, la presenza di schiuma, il pullulare di insetti e l’inevitabile inquinamento delle acque superficiali e delle falde acquifere. Per risolvere la questione, su specifica richiesta di Angela Foti, si sono ritrovati nella zona anche Francesco Furnari consigliere comunale de La SceltaRoberto Grimaldi e Giuseppe Cannizzo dell’Arpa, Renato Savarese di Acoset – l’azienda che gestisce il depuratore licodeise – Cristina Trambarioli e Alessio Gargano dell’Anas, Orazio Sidoti dell’ufficio igiene pubblica dell’Asp di Catania, l’assessore Salvatore Messina del Comune di Paternò e l’ispettore della polizia municipale paternese Pippo Consalvo, nonché Gaetano Giuffrida e Nino Mazzaglia, tecnici del comune di Santa Maria di Licodia. Alla riunione tecnica hanno anche aderito residenti, ristoratori e proprietari di fondi agricoli. 

Al termine dell’incontro è stato raggiunta un’intesa tra le parti interessate che dovrebbe risolvere il problema solo temporaneamente; tuttavia il condizionale è d’obbligo visto che anche cinque anni addietro fu trovata una soluzione tampone tra le parti ma poi non si fece nulla. In aggiunta, si attende ancora che la Regione Sicilia finanzi il progetto per il rifacimento del depuratore di contrada Serra Orto (costruito agli inizia degli anni Ottanta) adeguandolo alle attuali esigenza del territorio. In sostanza per liberare la zona si procederà allo spostamento dell’attuale punto di scarico, facendo ricorso all’utilizzo di qualche centinaio di metri di condutture per poter consentire, quindi, di riversare i liquidi più a valle.

La realizzazione dell’opera è condizionata al rilascio da parte del dipartimento regionale Acqua e Rifiuti della nuova autorizzazione allo scarico. Infatti dopo il sequestro del depuratore da parte della magistratura, avvenuto lo scorso anno, l’ente ne aveva negato la possibilità. Il Comune licodiese fece infatti fatto ricorso al Tar contro questa decisione il quale, dopo aver valutato le carte, ha accolto la richiesta dell’amministrazione, procedendo ad una delibera di sospensione della decisione del Dipartimento Rifiuti e Acqua. Deluso Giovanni Di Perna, il ristoratore che più di ogni in questi anni ha subito gli effetti negativi del mancato funzionamento del depuratore: «Deluso e amareggiato dalle istituzioni; ancora altro tempo; ho telefonato alla Prefettura per chiedere un intervento immediato.>>

Forte perplessità è stata espressa da Francesco Furnari per il quale «i vari enti coinvolti, ancora una volta, dimostrano di non aver una linea guida comune,e si scaricano la responsabilità a vicenda. Il problema in realtà continua a esistere – continua – l’inquinamento prodotto dal nostro depuratore che non depura prosegue». Sulla soluzione, infine, Angela Foti ha garantito «l’intervento del gruppo parlamentare per accelerare le vari fasi del percorso amministrativo». Ancora dubbi giungono in conclusione dall’ispettore Consalvo per il quale «il prolungamento della condotta di scarico del depuratore, fino ad oltrepassare la strada statale 121, di fatto comporterà lo spostamento del punto di recapito nel territorio del comune di Paternò, senza peraltro risolvere il problema né dal punto di vista ambientale, né da quello igienico».


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