Dopo i dipendenti dell’ex Provincia di Siracusa senza stipendi e in agitazione, quelli della Città metropolitana di Messina messi in ferie forzate dal sindaco Cateno De Luca, le conseguenze del disastroso quadro economico delle ex Province siciliane rischiano di abbattersi su quasi 700 studenti e sulle loro famiglie in provincia di Ragusa. Il Libero consorzio ibleo ha disdetto i contratti di locazione degli edifici privati che a Modica e Chiaramonte Gulfi ospitano il liceo artistico Galilei-Campailla e l’istituto alberghiero Principi di Grimaldi. E con essi pure il Convitto, sempre a Modica, dove pernottano 50 studenti fuori sede. In totale circa 700 ragazzi a partire dall’1 settembre non avranno più la loro sede scolastica. Il Libero consorzio ha chiesto ai dirigenti scolastici di predisporre i doppi turni, ma già da ora i due presidi, Orazio Licitra e Sergio Carrubba, rispondono in coro: «È impossibile». E annunciano manifestazioni con il coinvolgimento di studenti, genitori e docenti, se la situazione non si sblocca.
Il Libero consorzio ha comunicato che la decisione è figlia della mancata approvazione del bilancio di previsione 2018-2020 e dei mancati interventi legislativi che dovrebbero evitare il default dell’ente che si trova in una fase di pre-dissesto. Da tutte le ex Province siciliane si lamenta che il prelievo forzoso dello Stato, come contributo al risanamento dei conti pubblici, senza il necessario ritorno economico per garantire i servizi, ha portato gli enti sull’orlo del default. La Regione si è appellata al governo nazionale per trovare le risorse ed è al momento aperto un tavolo al ministero dell’Economia per trovare una soluzione. Il tempo, però, stringe, perché entro il 30 aprile Città metropolitane e Liberi consorzi devono approvare i bilanci, altrimenti la dichiarazione di dissesto sarà inevitabile. Secondo i calcoli della Regione, l’ex Provincia di Ragusa ha un disequilibrio contabile di quasi 12 milioni di euro.
A farne le spese, dunque, saranno gli studenti che frequentano gli istituti di Modica e Chiaramonte Gulfi che l’ex Provincia ha in affitto. Tagliando queste spese, l’ente conta di risparmiare 186mila euro all’anno. «Abbiamo 300 alunni nel plesso di Soda Sampieri a Modica, dove ci sono anche i laboratori di sala di cucina che servono tutte le classi, anche quelle che si trovano nell’altro plesso che non è in affitto – spiega Orazio Licitra, vicepreside dell’istituto alberghiero – E poi altri sessanta ragazzi fanno lezione nel plesso distaccato di Chiaramonte. In più verrebbe dismessa anche la sede che ospita il Convitto, una struttura storica per Modica, dove pernottano cinquanta studenti fuori sede che arrivano pure da fuori provincia, da Caltagirone, Grammichele, Niscemi. Quella è una struttura che funziona come un albergo, non è affatto semplice trovarne un’altra adatta. Ma soprattutto, con quali soldi?». Fino a pochi anni fa gli studenti che vivevano al Convitto non pagavano praticamente nulla. Era la Regione a provvedere, finanziando 800 euro all’anno per studente. «L’anno scorso – continua Licitra – non è arrivato un euro dalla Regione, quest’anno 500 euro per studente e, chiedendo alle famiglie un contributo di altri 500 euro, le cose funzionano». Ma la disdetta del contratto rappresenta il colpo di grazia.
Stesso destino per i 350 studenti del liceo artistico di Modica. Doppi turni? «Impossibili – risponde il preside Sergio Carrubba – le classi dell’artistico necessitano di banchi più grandi di quelli normali e non siamo in grado di ospitarle negli altri plessi». «In più – aggiunge il vice preside dell’alberghiero – al momento il servizio di autobus da e per Modica finisce alle 14, il pomeriggio è scoperto e tutti i pendolari, compresi quelli delle contrade periferiche della città, sarebbero impossibilitati a venire».
I dirigenti scolastici, però, non intendono arrendersi. «Spero che da Palermo e da Roma si sveglino e che arrivino le risorse necessarie per pagare gli affitti – spiega Carrubba – ma se la situazione rimane così, avvieremo delle azioni di lotta insieme alle famiglie, ai docenti e agli studenti. Serve una manifestazione cittadina e, se necessario, faremo anche dei picchetti davanti alla sede della Provincia, senza far perdere ore di lezioni ai ragazzi».
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