Da incubo la prima di Viviani in A Rosanero ko, il Genoa cala il poker

L’inizio del girone di ritorno è da incubo così come da incubo è la prima da titolare di Viviani su una panchina di serie A. Il Palermo cade a Marassi contro il Genoa che si è imposto con il netto punteggio di 4-0 nel lunch-time match della ventesima giornata. La gara all’ora di pranzo è indigesta ai rosa, schiacciati da un Grifone rinfrancato dalla vittoria ottenuta domenica scorsa a Bergamo e stimolato dalla voglia di ritrovare tra le mura amiche l’impulso necessario per allontanarsi dalla zona pericolo. Missione compiuta: gli uomini di Gasperini si aggiudicano con merito lo scontro con una diretta concorrente per la salvezza e, contestualmente, scavalcano in classifica il Palermo che resta a quota 21 punti, sei di vantaggio sul terzultimo posto occupato dal Frosinone sconfitto ieri sul campo del Torino. E proprio il ko dei ciociari è l’unica notizia positiva della giornata sul fronte rosanero. Magra consolazione per i siciliani, travolti al Ferraris dal ritmo e dall’intensità di un Genoa brillante e particolarmente motivato. Ci sarà tanto da lavorare per Barros Schellotto. L’argentino, presente oggi in tribuna, si insedierà da domani e troverà una squadra frastornata dalla sconfitta odierna, maturata al culmine di una gara in cui sono emersi ancora una volta i limiti di un Palermo sterile in attacco e con equilibri precari in ogni zona del campo.

Eppure le premesse, dal punto di vista psicologico, erano diverse da quelle di domenica scorsa. Dopo la turbolenta trasferta di Verona, i rosanero avevano ritrovato le condizioni minime di serenità garantite dal lavoro di Viviani, che in settimana ha preparato in campo la partita coadiuvato dal tecnico della Primavera Bosi, e anche da qualche risultato delle squadre coinvolte nella bagarre per non retrocedere. La sconfitta del Frosinone a Torino, ad esempio, ha avvantaggiato il Palermo, sceso in campo a Marassi consapevole di avere comunque un piccolo margine di sicurezza a prescindere dall’epilogo della partita di oggi. La squadra, però, non può fare calcoli e non può consentirsi di fare ragionamenti di questo tipo. Non è ancora il tempo di stilare tabelle da parte dei rosa, costretti a tenere sempre alto il livello di guardia e a giocare ogni partita con la massima concentrazione. E il match di oggi non faceva eccezione. Una gara iniziata in salita alla luce del gol di Suso abile, dopo quattro minuti, a superare Sorrentino con un tocco morbido di destro sfruttando un’intuizione di Perotti.

Era importante capire in che modo la squadra avrebbe risposto in campo dopo l’anomalo successo ottenuto al Bentegodi. Un Palermo distratto totalmente da altre situazioni (il riferimento è agli sviluppi legati alla guida tecnica) probabilmente avrebbe avuto difficoltà a reagire una volta incassato il gol «a freddo» e invece la formazione guidata da Viviani era rimasta in partita nella prima porzione dell’incontro dando del filo da torcere all’avversario nel momento in cui si era proposta nella metà campo rossoblù. Il primo tempo, equilibrato e giocato a ritmi sostenuti, conferma questa considerazione: i rosanero hanno ribattuto colpo su colpo e in un paio di occasioni hanno sfiorato il gol: da segnalare due pericolose conclusioni di sinistro di Jajalo, schierato oggi come mezzala sinistra in una cerniera a tre di centrocampo completata da Hiljemark e Cristante, e Vazquez.

E’ stata solo un’illusione. Il problema è che c’è anche un altro lato della medaglia, rappresentato come da copione dai troppi errori individuali che molto spesso condizionano la prestazione del collettivo. Errori distribuiti in tutti i reparti ma concentrati spesso nel pacchetto arretrato protetto ancora una volta da un super Sorrentino, miracoloso nella prima frazione di gioco su un tentativo dell’ex di turno Rigoni e su un colpo di testa di Izzo da distanza ravvicinata. E’ in condizioni smaglianti di forma il capitano rosanero, protagonista anche all’inizio di un secondo tempo che al 20’ si è incanalato sui binari dei padroni di casa in virtù dell’espulsione (per somma di ammonizioni) di Andelkovic. Sorrentino in questo momento sembra insuperabile ma nel corso della ripresa non ha potuto nulla sulle reti di Pavoletti (autore di una doppietta) e Rincon (sinistro sotto la traversa), tre gol confezionati dagli assist di un ispirato Ansaldi sull’out destro. Se Sorrentino è stato, per distacco, il migliore del Palermo (irrobustito in inferiorità numerica dalla contemporanea presenza in attacco di Gilardino e Balogh) con diversi interventi provvidenziali vuol dire che nella formazione rosanero molte cose non hanno funzionato. Domenica scorsa i miracoli del portiere avevano fruttato tre punti, oggi invece le sue parate non sono bastate per contenere l’onda d’urto dei padroni di casa. A Schelotto il compito di toccare le corde giuste e creare i presupposti per un percorso all’insegna della continuità.


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