«Sono i tecnici della Regione che hanno parlato di turnazione, ma noi non abbiamo nessuna intenzione di farla. Stiamo facendo di tutto per evitarla. Ovviamente se le piogge saranno ancora così scarse, non possiamo farci trovare impreparati. Rimane il fatto che ci troviamo in una situazione disastrosa con gli invasi a livelli irrisori». Così la presidente di Amap Maria Prestigiacomo nel corso dell’audizione di oggi pomeriggio in Consiglio comunale, a Sala delle Lapidi, per chiarire le strategie dell’azienda sull’acqua a Palermo, alle prese da settimane con la crisi idrica. Dopo la notizia circolata nei giorni scorsi, ma subito smentita dai vertiti dell’azienda, di un ricorso alla turnazione idrica, è arrivato il tanto atteso stato di emergenza da parte del Consiglio dei ministri, ma ancora non è chiaro cosa accadrà. La sensazione è che ci sia un rimpallo di competenze tra Comune e Regione e che nessuno sia intenzionato ad assumersi questa responsabilità.
Ma su questo punto la numero uno di Amap è stata ancora una volta molto chiara: l’ultima parola spetta al presidente Musumeci in qualità di commissario: «L’unico soggetto che può obbligarci è la Regione, visto che è stato proclamato lo stato di emergenza, ma questo non vuol dire che lo stiamo mettendo in atto. Speriamo che presto le dighe si possano riempire, anche se ormai è sotto gli occhi di tutti che andiamo verso un clima tropicale. Resta il fatto che l’anno scorso la regione ha diminuito le portate: oggi sono ridotte a 2400 litri al secondo, prima erano 2800 litri. Se arriviamo a 2100 litri, sarà impossibile evitare la turnazione. Già adesso, a causa della poca pressione, l’aqua fatica a raggiungere i piani più alti».
Intanto, nonostante le recenti piogge, la situazione rimane grave come ha sottolineato la Prestigiacomo, con gli invasi ridotti ai minimi storici. A partire dalla diga Rosamarina, tra le principali fonti di approvvigionamento idrico della città, ormai al 20 per cento della sua capacità – stando all’ultimo rilevamento del 7 febbraio scorso pubblicato sul sito dell’Amap – ricordando come l’anno scorso il 40 per cento dell’invaso è stato buttato «in maniera incauta» per una richiesta dell’Ufficio dighe nazionali: «Ci hanno informato che c’erano dei residui – ha spiegato – poi hanno ritrattato, spiegando che sarebbe stato sufficiente eliminare solo il 15 per cento. E oggi – ha sottolineato rammaricata – ci ritroviamo con la diga Rosamarina a livelli irrisori in un periodo di piena crisi».
Prestigiacomo ha difeso duramente l’operato dell’azienda in queste settimane, a partire da chi in queste settimane ha addossato all’azienda la responsabilità di aver peggiorato il quadro a causa di perdite nelle condotte, Prestigiacomo ha replicato che si tratta in realtà di sottrazioni finanziarie: «Il Comune di Palermo ha l’80 per cento delle reti nuove e le perdite sono nell’ordine del 20 per cento, in linea con quanto accade nel resto d’Italia. Le perdite che si leggono sui giornali, semmai, sono di tipo amministrativo: si tratta di una questione annosa, stiamo facendo una battaglia contro gli abusivi, in particolare contro chi ha occupato le abitazioni Iacp. Stiamo lavorando con la Regione su questo versante, e ne stiamo parlando anche con il nuovo commissario Iacp, ma è una questione complicata da risolvere».
Anche sulla vicenda degli interventi necessari per il recupero dell’acquedotto di Scillato, al centro di una lunga querelle tra Comune e Regione per la realizzazione dei lavori, la presidente dell’Amap ha spiegato che il progetto «oggi è contenuto all’interno del Patto per il sud e se lo finanziano possiamo partire subito. Ad ogni modo, vorrei fosse chiaro che l’acqua non si è mai buttata: una parte finiva nella nuova condotta, una parte nella vecchia, ma ora produce solo 490 litri secondo». Infine, riguardo al piano messo a punto con i tecnici della Regione e della Protezione civile, Prestigiacomo ha spiegato che «sono stati attivati tutti i pozzi di proprietà dell’Amap, all’incirca una decina. Abbiamo consegnato il progetto al presidente della Regione e Protezione civile con gli interventi che vorremmo realizzare e i pozzi che dovrebbero essere requisiti – ha concluso – speriamo possa accadere nel più breve tempo possibile».
«Troppa confusione nella gestione del servizio idrico e nessuna programmazione reale di interventi», è stata la reazione del consigliere comunale di Palermo, Fabrizio Ferrandelli, a seguito della relazione esposta oggi in Consiglio dai vertici Amap. «In sei anni di gestione, mi sembra che l’azienda brancoli ancora nel buio. Sembra ormai ineluttabile – conclude – un ulteriore razionamento per tutta la città. Razionamento la cui entrata in vigore viene slittata dall’azienda a giorni alterni, in questo periodo di campagna elettorale. Non vorrei però che il 5 marzo Palermo si svegli senza interventi programmati e con i rubinetti completamente a secco».
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