Sono giorni decisivi per il futuro del centro di Cardiochirurgia Pediatrica Mediterranea (CCPM) di Taormina. Si attende infatti la conferma e l’approvazione, da parte del Ministero della Salute, della proposta avanzata dalla Regione Siciliana affinché il centro trovi finalmente una collocazione stabile nella rete ospedaliera. La posizione del comitato Genitori Il comitato Genitori ha già […]
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Taormina, Comitato genitori contro l’ipotesi di depotenziamento della Cardiochirurgia pediatrica
Sono giorni decisivi per il futuro del centro di Cardiochirurgia Pediatrica Mediterranea (CCPM) di Taormina. Si attende infatti la conferma e l’approvazione, da parte del Ministero della Salute, della proposta avanzata dalla Regione Siciliana affinché il centro trovi finalmente una collocazione stabile nella rete ospedaliera.
La posizione del comitato Genitori
Il comitato Genitori ha già espresso «fiducia e soddisfazione per il lavoro svolto finora», sottolineando come l’obiettivo principale debba restare quello di garantire la continuità di un’assistenza che fino a oggi «piccoli e grandi pazienti hanno potuto ricevere da un centro di eccellenza quale è il centro di Cardiochirurgia pediatrica di Taormina». Alla luce delle ultime indiscrezioni, il comitato ribadisce con fermezza: «Nessuna forma di depotenziamento del CCPM potrà essere considerata una proposta valida».
L’ipotesi Hub e Spoke
Le voci parlano della creazione di un centro Hub a Palermo, destinato ai casi più complessi, e di un centro Spoke a Taormina, riservato ai casi ritenuti meno gravi. Tra le ipotesi circolate anche la riduzione dei posti letto a Taormina, con un massimo di otto per la Cardiochirurgia. Una prospettiva che, secondo il Comitato, equivale a una sola parola: «Depotenziamento».
L’appello
«Qualora tali indiscrezioni venissero confermate – avvertono i genitori in una nota– qualsiasi soluzione che comporti un ridimensionamento degli standard qualitativi del CCPM non potrà essere accettata. I bambini in cura presso il centro devono continuare a ricevere le stesse possibilità di cura che hanno avuto finora».