Ex collegio dei Gesuiti, 14 novembre 2011: l’ingresso di via della Mecca è aperto. Facile accedere all’interno, tra cortili allagati, soffitti pericolanti, disegni e attrezzatura tecnica abbandonati ovunque. E poi tanti cavi, sradicati dalle pareti forse per rubare il rame. Dopo due anni, l’interno dell’ex istituto d’Arte, il monumentale collegio dei Gesuiti di via Crociferi, appare nel totale abbandono, con pochissimi segni d’intervento. I primi a entrare sono stati pochi giorni fa dei ragazzini, che hanno realizzato un video con il telefono cellulare, pubblicandolo prontamente su Facebook. Come abbiano fatto ad entrare in un edificio che ha «unordinanza di pubblica e privata incolumità del sindaco, che vieta laccesso alledificio a chiunque», citando le parole dell’ex sovrintendente Gesualdo Campo, non è un mistero: anche in quel caso la porta era semplicemente aperta.
Gli ingressi liberi al convento – dichiarato patrimonio dell’Umanità dall’Unesco nel 2002 – sono quindi attualmente due, entrambi sul lato sud dell’edificio. Il primo è nascosto tra i cespugli di piazza Asmundo e sembra quello utilizzato dai ragazzini del video. Il secondo è invece ben visibile, su via della Mecca, a poche decine di metri dalle Terme della Rotonda.
Entrando attraverso questa porta, prima di proseguire per i due cortili ovest, si viene accolti da un tappeto di disegni e lavori abbandonati dagli studenti. Abbandono assoluto e cavi elettrici divelti che sono una costante anche nel resto del grande edificio. Tanti anche i rifiuti, forse residui dei pochi lavori di messa in sicurezza effettuati dalla chiusura, avvenuta nel 2009, a oggi. Un laghetto si è formato nel grande cortile centrale dove – raro segno di intervento – un balcone monumentale è stato messo in sicurezza con delle impalcature fisse che i colombi usano come appoggio prima di abbeverarsi alla nuova grande fonte. Il chiostro, uno dei vanti barocchi della via Crociferi, è invece irriconoscibile: tra le splendide volte del loggiato si intravede solo quel che resta del grande mosaico di ciottoli bianchi e neri, deturpato dalle erbacce.
Il degrado massimo si raggiunge però nella ex palestra, dove il soffitto – crollato prima della chiusura della scuola – ha oggi uno squarcio largo parecchi metri. Qua e là qualche buca nei pavimenti, con vista sul piano sottostante. Un quadro desolante, che non lascia a speranze se gli interventi di restauro non verranno effettuati al più presto. «In tre, quattro mesi inizieremo i lavori» afferma sicura la sovrintendente Vera Greco. Intanto l’ex collegio dei Gesuiti è di nuovo accessibile a tutti.
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