Non proprio una ressa ma quasi. Questa mattina, al gazebo messo in piedi in via Etnea a Catania dalla Coldiretti, i catanesi spingevano per avere la loro parte di frutta e verdura in omaggio. La confederazione degli imprenditori agricoli risponde allo sciopero degli autotrasportatori di Forza d’urto e degli agricoltori del Movimento dei forconi regalando arance, zucchine, pomodori, melanzane, uova e latte ai passanti. «Non possiamo trasportare questi prodotti nei mercati, quindi non possiamo venderli», spiega Alessandro Chiarelli, presidente di Coldiretti Sicilia. «È una protesta alternativa continua perché rispettiamo troppo il cibo che produciamo per accettare di buttarlo». Dopo una settimana di sciopero «sconsiderato» degli autisti dei mezzi pesanti, «rischiamo di dover distruggere tutto». I danni economici «ammontano a circa cinquanta milioni di euro», ma è poca cosa rispetto «alla perdita di posizionamento sui mercati internazionali».
E di perdite economiche parlano anche i commercianti della Pescheria, lo storico mercato ittico etneo. Anche i pescatori si sono accodati alla protesta di Forza d’urto e sui banchi dei pesce i vuoti sono stati evidenti per giorni. «Oggi abbiamo 20 chili di pesce, di solito ne abbiamo 100», sostiene Giuseppe Costanzo, che nelle manifestazioni ci crede fermamente. «Il problema è che siamo soli dice non protesta nessun’altra categoria oltre a pescatori, autotrasportatori e agricoltori: stiamo combattendo da soli una battaglia per tutta la cittadinanza». Lui, però, di questo va fiero: «Perderei anche più soldi, se fosse necessario». Il suo collega Giorgio Toscano non è d’accordo: «Ci stiamo rovinando da soli, facciamo del male a noi stessi». La sua attività, in sette giorni di fermo forzato, ha perso duemila euro. «Le ragioni sono giuste afferma sono i modi che sono sbagliati». La speranza è una: «Magari, tra domani e dopodomani torna tutto normale».
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