Centro Cinematografia, lasciano sei studenti su otto «Senza programmazione». Il direttore: «Congetture»

Può una scuola, o meglio una classe, essere composta da soli due alunni? È la risposta che dovrà dare il Centro Sperimentale di Cinematografia di Palermo. Su otto studenti che avrebbero dovuto iscriversi al secondo anno della scuola dedicata al documentario, ben sei giovani aspiranti cineasti hanno deciso di lasciare. Una scelta in aperta polemica con la nuova direzione didattica, affidata da dicembre 2017 al regista di Aliminusa Pasquale Scimeca. Il polo di eccellenza dei Cantieri Culturali alla Zisa , capace di attirare ogni anno giovani da tutta Italia, rimarrà dunque con due soli studenti. 

Per spiegare le proprie ragioni i sei allievi  – Giacomo Fausti, Alessia Foraggio, Filippo Gobbato, Sarah Mathon, Paolo Rosi, Claudio Selicato – hanno scritto una lunga lettera aperta. In cui motivano il proprio atto «per chiarire cosa ci ha spinto, nonostante il sogno di fare cinema, ad abbandonare un cammino formativo ritenuto di eccellenza». Dopo la nomina di Scimeca, definita «improvvisa», gli studenti avrebbero riscontrato un «taglio delle settimane di lezione dedicate alla regia», l’assenza di «un calendario didattico su base annuale», mentre sarebbe stato proposto «uno scarabocchio programmatico di 15 settimane, sulle 36 che compongono l’anno scolastico, scritto su un foglio volante di cui per scrupolo archivistico conserviamo l’originale». Insomma, «ci è sembrato insomma che la nostra formazione venisse declassata». 

Senza considerare il timore per l’assenza di fondi che avrebbero dovuto finanziare la realizzazione «dei nostri film di formazione» (anche se già da anni la scuola ha dovuto fare i conti con i tagli decisi dalla Regione, che solo ultimamente sono stati di poco rimpinguati … ndr). Un altro punto del contendere è stato poi il mancato rinnovo al docente di regia Alessandro Rossetto, al quale gli studenti erano molto affezionati. La conclusione dunque non può che essere amara. «La nostra decisione è presa – scrivono ancora i sei ex allievi -con grande rammarico e con forte incertezza per il nostro futuro professionale. Sentiamo il bisogno di apprendere di più, di apprendere meglio. Ma questo non è possibile, oggi, al Centro Sperimentale di Cinematografia di Palermo».

La scelta degli studenti non poteva che addolorare la cosiddetta casa del cinema, che rischia in questo modo di essere messa in cattiva luce. A nulla sono valsi due mesi di mediazioni e di colloqui tra gli studenti, lo stesso Scimeca e i vertici della scuola. A partire dal direttore generale Marcello Foti. Che ha sottolineato, in una lunga e polemica nota, come questa sia «la prima volta, negli oltre 80 anni di storia del Centro Sperimentale di Cinematografia, che un gruppo di studenti abbandona platealmente e polemicamente i corsi della Scuola Nazionale di Cinema».  Eppure, come spiega lo stesso direttore, «in passato non sono certo mancati momenti di dura ed aspra contestazione, sfociati persino nell’occupazione del Centro». Questa volta però, secondo Foti, gli studenti si sarebbero impuntati proprio sulla difesa del docente Rossetto. «Il centro – sostiene ancora il direttore – non poteva assolutamente accettare una tale arrogante imposizione, irriguardosa dei ruoli e lesiva dell’immagine istituzionale. Questa è la cronaca dei fatti. Tutto il resto è il frutto di congetture e di strumentali interpretazioni».

Anche il nuovo direttore didattico, il regista Paquale Scimeca, si professa rammaricato per l’abbandono delle lezioni e la mancata iscrizione al secondo anno. «Gli studenti di secondo anno sono arrivati a scuola il 16 gennaio, io solo una settimana prima – dice a MeridioNews -. Non mi hanno dato il tempo di organizzare e capire. E hanno sollevato la questione del docente, che io neanche conoscevo. La scuola ha fatto di tutto per farli rimanere, ma loro hanno scelto di andar via nonostante la buona volontà, con un atteggiamento di prosopopea e di arroganza. Ma dove si è vista mai una scuola in cui gli studenti vogliono decidere i docenti? Noi abbiamo comunque riorganizzato la didattica, e anche se ci saranno solo due alunni vuol dire che quelli rimasti avranno una maggiore disponibilità dei docenti. Io poi chiederò una modifica del bando per le nuove iscrizioni, così da fare in modo che non siano selezionate solo dodici persone, ma anche 16 o 18».

Intanto i sei ribelli, oltre a confermare punto per punto la ricostruzione fornita e a chiedere il risarcimento della caparra versata all’iscrizione (300 euro), hanno deciso di andare avanti e di non perdere i contatti e le relazioni instaurate, con modalità di collaborazione ancora da definire ma orientate verso l’idea di un collettivo. «Veniamo tutti da fuori – spiega Paolo Rosi – e ovviamente saremmo rimasti se fosse rimasta l’eccellenza. Ma in questo clima di confusione e incertezza, con un dialogo mai instaurato, abbiamo preferito abbandonare. Peccato perchè il primo anno di scuola era andato bene. Stiamo valutando se restare a Palermo, intanto prendiamo una boccata d’aria. Di certo valuteremo altri mondi didattici, sapendo che di scuole di cinema ce ne sono poche e questa dei Cantieri era comunque un’eccellenza». 


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