Sarà Andrea Camplone l’allenatore a cui sono affidati gli ennesimi sogni di rinascita di un Catania ancorato alla Serie C ormai da cinque lunghi anni. Pietro Lo Monaco, come aveva ribadito nel corso della conferenza stampa inaugurale della nuova stagione, è voluto ripartire da una certezza storica della società di via Magenta: il modulo 4-3-3, di cui Camplone si fa interprete in una maniera offensiva e spettacolare. Il mister, che ha sottoscritto un contratto annuale con opzione per la seconda stagione, verrà affiancato nell’avventura in terra siciliana dal vice Maurizio Tacchi, dal preparatore dei portieri Marco Onesti e dal responsabile della preparazione atletica Salvatore Lalinga, il video analyst sarà Ivan Francesco Alfonso.
«Io preferisco creare, giocare. Voglio una mentalità offensiva. Così si divertono tutti: io, i giocatori e i tifosi»: questo il credo tattico di Camplone, dichiarato apertamente durante un corso di formazione rivolto ai giornalisti a Perugia nel corso della sua felice permanenza sulla panchina del capoluogo umbro. Proprio il triennio col Grifone, dal 2012 al 2015, è stato per l’allenatore abruzzese il periodo forse più felice della sua carriera. Una semifinale dei playoff di C persa il primo anno, quindi il salto in Serie B e, l’anno dopo, un ottimo sesto posto condito dal quarto turno di Coppa Italia. Quindi, per lui, un buon campionato cadetto a Bari e l’esperienza di Cesena, sempre in B, culminata con l’esonero nel settembre del 2017.
Il suo credo tattico di partenza è come detto il 4-3-3, spiegato anche in dettaglio dalla sua tesi discussa al centro tecnico federale di Coverciano: «Strutturazione di sistemi di gioco con sette giocatori base (difesa e centrocampo) e una linea offensiva variabile». Il quartetto di difesa e il terzetto in mezzo al campo sono gli elementi base, a cui si aggiunge un trio d’attacco che può essere variabile, a seconda delle situazioni: «Tre punte – ha spiegato al corso di formazione – due trequartisti più un centravanti, un fantasista e due punte». Nel corso della carriera, però, ha dimostrato una flessibilità che lo ha spinto anche ad adottare il 3-5-2 nell’anno della promozione di Perugia: «Dal primo allenamento – ha dichiarato il tecnico – in cui lo abbiamo provato si è capito che la squadra aveva una forte predisposizione».
Dopo Andrea Sottil, con cui non si è giunti a un accordo per arrivare alla risoluzione consensuale, Pietro Lo Monaco punta ancora una volta su un tecnico che sa come si vince la terza serie professionistica del calcio italiano. Un elemento importante ma che, da solo, non può essere decisivo: col budget a disposizione sarà importante costruire una squadra a immagine e somiglianza delle idee del nuovo allenatore, senza malintesi che lo scorso anno non sono mancati. La sessione estiva di mercato cambierà il volto del Catania in maniera importante: sarà fondamentale lavorare in stretta sinergia con Camplone per creare una rosa che marci compatta e unita verso un obiettivo che rischia di diventare un’ossessione.
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