La gara contro il Cittadella si conclude con uno sconsolante tre a due. Sulla prossima gara, assieme agli infortunati, incombe la decisione del giudice sportivo: cinque gli espulsi, compreso l'allenatore Pellegrino. Progettata per ambire alla serie A, con agio, la squadra deve adesso confrontarsi col più che concreto spauracchio della retrocessione in terza serie
Catania, ancora una sconfitta Rossazzurri in piena zona play-out
Il Catania perde anche sul campo dell’ultima in classifica. Il Cittadella vince per 3-2 mostrando, in superiorità numerica, tutta la sua mediocrità. Sotto di tre reti ed un uomo, i rossazzurri mettono a segno due reti (ai minuti 34 e 38 del secondo tempo) con Calaiò, l’ultima di queste su rigore. I timori dei padroni di casa, che negli ultimi dieci minuti di gara vedono il risultato rimesso in discussione, vengono scongiurati dal nervosismo degli uomini di Pellegrino e dalla poca lucidità dell’arbitro Maresca. Nel giro di nove minuti, dopo l’espulsione di Rinaudo, seguono i rossi a Chrapek (proteste), Spolli (gioco pericoloso), Leto (proteste dalla panchina). Allontanato infine anche l’allenatore, Pellegrino.
Con i rossazzurri in otto, chiusa virtualmente la partita con largo anticipo, i tifosi del Cittadella si danno addirittura agli olè che scandiscono il torello con cui i giocatori locali conducono la sfida al sicuro nei cinque minuti di recupero che separano dal fischio finale. Decisivo, per la vittoria, l’apporto dell’attaccante Sgrigna, autore di una tripletta suddivisa tra rete in avvio di gara (quarto minuto del primo tempo) e doppietta ravvicinata col Catania già sotto di un uomo (al minuto nove e 14 del secondo tempo). Inaccettabile la prova dei rossazzurri, mai in partita, incapaci dar l’idea di squadra organizzata o anche solo motivata, come di verticalizzare il gioco e concludere, come si deve, nella porta avversaria.
Deleteri gli effetti del ritorno in panchina di Pellegrino dopo il frettoloso allontanamento di Sannino, datato meno di una settimana fa. Spaesata e afflitta, la squadra non risponde né ai comandi dell’allenatore né al senso di rivalsa rispetto alle difficoltà attraversate. Il sussulto finale nulla aggiunge ai meriti del collettivo quanto invece alla pochezza del pur superiore avversario.
La classifica che porta al Natale vede i rossazzurri in piena zona play-out, quintultimi. Considerata la penalizzazione inflitta al Varese, sul campo il Catania figura come la quarta peggiore formazione del torneo. Progettata per ambire alla serie A, con agio, deve adesso confrontarsi col più che concreto spauracchio della retrocessione in terza serie. Un pessimo regalo di Natale per i pochi tifosi giunti fino a Cittadella e per i tantissimi che, a Catania, sono già da martedì intenzionati a rinnovare la contestazione verso la gestione del club. Pronti a non entrare al Massimino, come fatto per Catania-Brescia, anche per la prossima gara in casa, Catania-Carpi, epilogo del girone d’andata, ultimo appuntamento dell’anno. In programma il 28 dicembre.
Trincerata da sabato scorso in silenzio stampa, la squadra è tornata in serata a Torre del Grifo. Davvero poco da festeggiare, anche considerata l’emergenza indisponibili che, al già falcidiato elenco di infortunati, sommerà le inevitabili squalifiche che pioveranno dal comunicato del giudice sportivo. Ipotizzare l’undici titolare schierabile per il prossimo impegno necessita di un sforzo di immaginazione notevole. Va inoltre considerata la possibilità che a sedere in panchina non sia nemmeno Pellegrino, passibile di squalifica, ma il vice Pino Irrera. Da sempre uomo di fiducia della società, Cosentino l’aveva addirittura allontanato dal club, senza alcun grazie, in concomitanza con l’esonero di cui era stato fatto oggetto, dopo sole tre giornate dall’inizio del torneo, proprio il neo incaricato Pellegrino.