Da stasera le quattro donne Rom che erano state fermate e portate al Cie di Ponte Galeria dopol’intervento dei carabinieri al campo della Favoritadi venerdì scorso, potranno tornare a Palermo. Lo annuncia la clinica legale per i diritti umani dell’Università di Palermo (Cledu), che esprime grande soddisfazione. Nel corso dell’udienza di convalida del trattenimento, «il giudice non ha infatti rinvenuto gli estremi perché queste donne restassero detenute – dice la portavoce Alessandra Sciurba – in un centro di identificazione ed espulsione».
Rispetto a loro il sindaco Orlando aveva parlato di «deportazione» e di «cittadine palermitane», e associazioni come l’Arci, l’Asgi, Adif e il Forum Antirazzista, avevano preso posizione in un precedente comunicato insieme alla Cledu. Domattina «potranno così tornare a casa e riabbracciare i loro figli, genitori, fratelli», continua Sciurba. Preziosa, riferisce la portavoce, è stata l’azione dell’avvocata Tatiana Montella che le ha difese, coadiuvata dalla collaborazione tra la clinica legale dell’Università di Palermo e la Clinica del diritto dell’immigrazione e della cittadinanza dell’Università di Roma tre. Gli sportelli delle due università hanno infatti collaborato per raccogliere tutta la documentazione necessaria.
Prezioso, sottolinea ancora Sciurba, l’intervento di Giulia Veca, consulente per le politiche Rom del Comune di Palermo. «Si tratta di un’azione congiunta grazie alla quale, dal punto di vista legale, sono stati difesi i diritti di donne che erano state separate dalle loro famiglie e rischiavano di essere espulse verso paesi in cui tre di loro non hanno mai neppure messo piede, essendo nate e cresciute a Palermo», conclude la portavoce.
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