Bill Gates compra l’hotel San Domenico di Taormina? Una notizia sbagliata su cui inciampa anche la politica

Un classico effetto da telefono senza fili. Proprio come nel gioco che si faceva da bambini, in questi giorni sui media nazionali e siciliani impazza una notizia, storpiata alla nascita e arricchita via via che si scrive. È così che la frase «Bill Gates conquista l’hotel Danieli di Venezia, come prima il San Domenico di Taormina» diventa presto «Bill Gates acquista l’hotel Danieli di Venezia e il San Domenico di Taormina». E vengono giù parole: dalle dichiarazioni di indignazione e preoccupazione ai link di speranza per un radioso e moderno futuro per il turismo italiano di alta fascia, tra cui la punta di diamante siciliana. La notizia, però, è di quelle che non lo sono. Almeno non in questi termini: la novità di fine 2021 è che il magnate statunitense Bill Gates è diventato azionista di maggioranza di Four Seasons Hotels & Resorts, società che gestisce diversi hotel di lusso nel mondo. Gestisce, appunto. Ristruttura e manda avanti, secondo un accordo economico con la proprietà che, nel caso degli hotel di Venezia e Taormina, coincide: si tratta del gruppo Statuto. Il quale aveva già annunciato nel 2020 – e inaugurato la scorsa estate – l’affidamento del siciliano San Domenico alla multinazionale canadese che gestisce un centinaio di hotel in tutto il mondo, tra cui altri sempre di proprietà del gruppo Statuto. Nulla di nuovo sotto il sole – almeno quello siciliano – insomma. Eppure vale la pena ricostruire la questione.

Era il 2015 quando faceva discutere la non semplice dismissione del patrimonio di sei hotel siciliani di Acqua Marcia Turismo, ramo dell’impero dell’imprenditore Francesco Bellavista Caltagirone. L’anno dopo, nel 2016, un’indiscrezione poi confermata fa tornare a sperare gli amanti del turismo siciliano: la prima struttura a essere acquistata è lo storico hotel San Domenico di Taormina, al centro del jet set internazionale. Ad aggiudicarselo all’asta per 52,5 milioni di euro è l’immobiliarista Giuseppe Statuto, spuntandola sullo sceicco Hamad Bin Jassim Al-Thani per 200mila euro in più. A ottobre dello stesso anno viene ufficializzato il passaggio al gruppo Statuto, già proprietario di altre note strutture italiane come il Danieli di Venezia – rilevato nel 2005 – e partner di Four Season a cui aveva affidato la gestione – mantenendo la proprietà – dell’omonimo hotel milanese.

Passerà qualche anno prima che una novità scuota le cronache turistiche dell’isola. Una pausa comprensibile, se si pensa che nel 2018 Giuseppe Statuto viene posto agli arresti domiciliari con l’accusa di bancarotta fraudolenta. Ma gli affari vanno avanti e nel 2020 una nota congiunta annuncia il progetto di ingresso del San Domenico nell’orbita Four Seasons, con una importante ristrutturazione terminata con l’inaugurazione a luglio 2021: «Sarà un’esperienza unica», commentava Statuto; «Siamo onorati di essere stati scelti, ancora una volta, dal gruppo Statuto per gestire un hotel così importante», gli faceva eco all’inaugurazione Christian Clerc, presidente e responsabile dell’operatività degli hotel del colosso straniero. Un cambio di gestione che impone anche – e soprattutto – un cambio di look. Così lo scorso novembre vengono messi all’asta gli ex arredi del San Domenico, ancora di proprietà di Acqua Marcia Turismo: quasi 300 beni per oltre un milione di euro come prima base d’asta, ma acquistabili al 50 per cento per i più pazienti.

Dall’altro lato dell’oceano, intanto, si svolgevano altri e diversi affari: è lo scorso settembre quando il magnate Bill Gates, tramite la sua società di investimento privata Cascade Investment, acquista altre quote di Four Seasons arrivando al 71,25 per cento, con il resto della proprietà che rimane al principe Al Waleed bin Talal e, in piccola parte, al fondatore Isadore Sharp. Una notizia che fa rumore solo in ambito finanziario, i cui mezzi di informazione di riferimento – quasi a presagire la confusione mediatica che ne sarebbe nata – si preoccupano di specificare come l’investimento di Gates riguardi la società che gestisce gli hotel di lusso, ma non li compra. E in effetti sempre di gestione – ma anche conquista, bandiera insegna – parla anche il Corriere della Sera, a cui si deve la notizia dell’ingresso dell’hotel Danieli di Venezia nell’orbita Four Seasons, ricordando i precedenti illustri tra cui quelli dello stesso proprietario: come il San Domenico di Taormina, appunto. Una notizia che, ancora una volta, avrebbe avuto un’eco minore se non ci fosse stato di mezzo il nome di Gates e la tendenza ad attribuirgli qualunque acquisto: dai vaccini (di cui ha finanziato la ricerca) a, non è chiaro come, il Covid stesso.

Ma intanto anche la politica si è scatenata su questa presunta colonizzazione americana: «Venezia, Bill Gates si compra il Danieli. La destrutturazione economica completa del Paese si sta compiendo. L’Italia è in svendita», le agenzia di stampa battono questo tweet di Marco Rizzo, segretario del Partito comunista. Un tono condiviso, a giudicare dalla dichiarazione di Fabio Rampelli, vicepresidente della Camera dei deputati in quota Fratelli d’Italia: «Il passaggio del Danieli di Venezia a Bill Gates dimostra l’assenza di politiche economiche in grado di sostenere l’industria turistica italiana». Preoccupazione presto contagiata alla Sicilia, dove si sono moltiplicati i titoli secondo cui «Bill Gates acquista l’hotel San Domenico». Che però era già gestito dalla canadese Four Seasons anche prima del passaggio di maggioranza al magnate. Così come il Danieli di Venezia è gestito al momento dalla statunitense Marriott. E, a voler essere patriotticamente pignoli, nemmeno i soldi della proprietà italiana del gruppo Statuto sono italiani: i finanziatori, infatti, sono sempre fondi di investimento inglesi o americani.


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