Baucina, da villa confiscata alla mafia a centro sociale «Potrebbe diventare luogo aperto all’intero distretto»

«Un riscatto per la comunità». È così che Ciro Coniglio, sindaco di Baucina, definisce l’inaugurazione avvenuta ieri del centro Pio La Torre, che sorge nell’ex villa confiscata alla famiglia Quartararo, in contrada Acquasanta. «Cresce la speranza per una Sicilia libera dalla mafia e da ogni forma di illegalità», ribadisce il primo cittadino al taglio del nastro che ha reso ufficiale l’apertura della struttura, affidata all’amministrazione comunale nel 2014 dall’allora ministro dell’Interno Angelino Alfano. «Era in condizioni un po’ disastrose, per cui abbiamo provveduto alla risistemazione del bene sia all’interno che all’esterno», racconta a MeridioNews Francesca Brancato, responsabile per il Comune di Baucina dell’area affari generali e che ha seguito in prima persona la nascita e lo sviluppo di questo progetto.

«Oggi qui, al posto di una villa di mafia, sorge un centro sociale – spiega – che abbiamo deciso, non a caso, di intitolare a Pio La Torre», il sindacalista ucciso a Palermo nel 1982 proprio perché aveva proposto il disegno di legge che prevedeva per la prima volta il reato di associazione mafiosa e la confisca dei patrimoni mafiosi. Colpire Cosa nostra nei suoi averi, nelle sue ricchezze, privandola di tutto. Un duro affronto costato la vita al politico palermitano. Un tentativo, però, inutile, dal momento che solo cinque mesi dopo l’omicidio del sindacalista, quella sua proposta diviene a tutti gli effetti legge, la cosiddetta Rognoni-La Torre, che introduce il reato di associazione per delinquere di tipo mafioso. Una prima e concreta espressione politica di lotta alla criminalità organizzata.

«Il centro sarà rivolto all’intera comunità, quindi ad anziani, giovani e anche minori», prosegue la dottoressa Brancato. «Apparteniamo a un distretto socio-sanitario a cui afferiscono altri dieci Comuni, stiamo ipotizzando, ma ancora sulla carta non c’è nulla, un centro aperto all’intero distretto, visto che tutti insieme collaboriamo a dei progetti sociali». Negli anni passati, ad esempio, i diversi Comuni hanno collaborato per realizzare insieme delle colonie estive per ragazzi, «un progetto che in futuro si potrebbe magari realizzare anche nella struttura appena inaugurata qui a Baucina». Progetti tutti ancora in divenire. Intanto l’etichetta del bene è quella di centro sociale.

«Da ora in poi cominceremo a lavorare concretamente sulle attività da realizzare all’interno. La villa mette a dispone uno spazio piuttosto ampio, che ci permetterà di spaziare con i progetti realizzabili – continua Brancato – È sita su tre livelli: nel primo, appena si entra, c’è una zona giorno, mentre negli altri due piani ci sono numerose camere da letto. C’è anche un’ampia zona esterna che abbiamo decorato con dei murales molto belli, e dove sorgono un giardino e una piscina, ripresa e risistemata anche quella. Insomma, potremo sbizzarrirci», conclude con entusiasmo la donna.

Presente all’inaugurazione di ieri, a fianco del primo cittadino di Baucina, anche il sindaco di Palermo Leoluca Orlando, che ha definito la cerimonia un «momento di vita e di gioia autentiche, perché questa struttura è utile per costruire socializzazione che è alternativa all’attività mafiosa». All’ingresso della villa, ad accogliere la comunità, i busti sono in realtà due: accanto a quello di Pio La Torre, infatti, si trova anche quello di Nicolò Azoti, segretario della Camera del lavoro di Baucina, anche lui ucciso dalla mafia nel dicembre del 1946


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