Pantelleria, operai lanciano massi fino al lago di Venere Sindaco: «Non è normale, valuteremo le responsabilità»

«Dai, dai che va giù. Sasso… maria, cumminamu n’casinu, bravo». La voce fuori campo accompagna i gesti di un operaio impegnato sul costone che sovrasta la strada che conduce fino al lago di Venere, il bacino alimentato da acque termali che rappresenta una delle principali attrazioni a Pantelleria. L’operaio fa parte della squadra che da qualche mese sta lavorando alla messa in sicurezza della zona. L’appalto, che interessa anche la zona chiamata Gadir, è stato bandito dal Commissario per il rischio idrogeologico della Sicilia per un valore superiore ai due milioni di euro. Dalle immagini, delle quali MeridioNews è venuto in possesso, si vede l’operaio privo di maglietta e caschetto che, legato a una fune, lavora su un grande masso fino al punto di staccarlo dalla parete e farlo cadere a valle. L’ingente mole, l’altezza e la pendenza fanno sì che rotoli fino a pochi metri dalla strada che costeggia il lago

Si tratta soltanto di uno dei video girati sul costone e che descrivono attività che, oltre a mettere a repentaglio l’incolumità degli stessi operai, non sembrano rispondere a quanto previsto dal progetto. Nelle altre riprese, infatti, si vedono gli operai – stavolta con il casco in testa ma in una posizione precaria – spingere con i piedi il masso, mentre con le mani si aggrappano al costone. Anche in questo caso il pesante blocco di pietra finisce giù, dopo avere superato un muro a secco. In un’altra circostanza, la porzione di terreno viene fatta cedere con l’uso di una leva. «Corri, corri, cavallo», commenta uno degli operai.

«Certamente non è una situazione normale – commenta a MeridioNews il primo cittadino di Pantelleria Vincenzo Campo, dopo avere visionato le immagini -. Non so dire cosa sia successo, ma è certo che avvieremo tutti gli iter per risalire alle responsabilità». In merito al ruolo dell’ente locale nel controllare l’operato delle imprese, il sindaco commenta: «Certo, abbiamo il direttore dei lavori e il responsabile per la sicurezza del cantiere che sono nostri dipendenti, ma questo non significa che possano fare da balia ventiquattro ore su ventiquattro. In ogni caso – chiosa Campo – la ditta verrà contattata e se ci sarà da prendere provvedimenti saranno presi».

Quello della messa in sicurezza dei costoni è un appalto che a Pantelleria ha fatto molto discutere nell’ultimo anno. A vincerlo è stata l’associazione temporanea d’imprese formata dalla veneta Gheller e dalle siciliane Fox e Sofia Costruzioni. Le tre società hanno avuto la meglio dopo che il responsabile unico per il procedimento Salvatore Gambino ha deciso di escludere l’Ati che aveva ottenuto il punteggio più alto, in una procedura che ha tenuto conto non solo del ribasso offerto ma anche delle migliorie proposte rispetto al progetto esecutivo. La commissione esaminatrice, infatti, aveva premiato il trio composto da Consolidamenti speciali, Ghea e Vica. L’intervento del Rup è avvenuto in sede di valutazione della congruità delle offerte, dopo che entrambe erano risultate anomale. Per Gambino, le motivazioni presentate dall’Ati guidato da Consolidamenti speciali sono risultate «nel suo complesso inaffidabili». Il motivo va rintracciato nel fatto che, stando ai calcoli effettuati da Gambino, le tre imprese, alle condizioni a cui avevano assicurato di operare, non avrebbero tratto alcun margine economico dalla prestazione lavorativa. Un elemento questo che ha portato il Rup a dubitare della qualità delle opere realizzate.

La decisione, in un primo tempo, era stata stoppata dal Tar che ha riconosciuto come il responsabile unico del procedimento non fosse titolato a nominare una commissione ad hoc per la valutazione delle offerte anomale. Tuttavia, l’esclusione è stata confermata quando Gambino ha – come consentitogli dalla normativa – proceduto a riesaminare in maniera autonoma i giustificativi presentati dalle ditte. «Finora dai sopralluoghi in cantiere non erano emerse criticità come quelle che si vedono nei pochi secondi di video – dichiara a MeridioNews il direttore dei lavori Gaspare Inglese -. Non sono immagini che fanno piacere e valuteremo il da farsi. Quello che posso dire è che risalgono sicuramente a operazioni effettuate in primavera, poco dopo la ripresa post-lockdown».

Nell’offerta tecnica presentata dall’Ati formato da Gheller, Fox e Sofia Costruzioni in più di un passaggio vengono sottolineate le tecniche all’avanguardia che sarebbero state utilizzate in cantiere per la rimozione in sicurezza dei grandi massi. Tra queste anche l’uso di speciali materassini che avrebbero dovuto ammortizzare gli effetti di «un sistema pirotecnico con cartucce preinnescate basate su un composto propellente chimico non detonante» in grado di frammentare la roccia. «Al momento non sono stati usati i materassini, anche perché a lavori avviati sono state scoperte delle cavità che ci stanno portando alla redazione di una variante che sottoporremo al Commissario per il rischio idrogeologico – spiega il direttore die lavori -. In ogni caso, l’operazione che viene fatta nel video non è certo un’alternativa accettabile in nessuna circostanza».


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