L'ha detto e l'ha fatto. La comandante dell'imbarcazione dell'ong tedesca in nottata ha rotto gli indugi ed è entrata nel porto di Lampedusa. Momenti di tensione al momento dell'attracco per il tentativo di una motovedetta di bloccare la manovra
Sea Watch, Rackete entra in porto e i migranti sbarcano La capitana arrestata per resistenza e tentato naufragio
Finisce dopo 17 giorni bloccati in mare la storia del salvataggio dei 40 migranti rimasti fino alla fine a bordo della Sea Watch 3. La capitana Carola Rackete ha deciso di entrare nel porto in nottata, nonostante i ripetuti divieti dell’autorita italiana. Momenti di tensione durante l’attracco al molo, quando una motovedetta della guardia di finanza ha tentato di impedire la manovra ponendosi tra la banchina e la nave. Alla fine, però, i finanzieri hanno desistito.
Ad assistere alla scena un gruppo di attivisti presenti per dare solidarietà a Rackete, che già ieri ha detto di volere soltanto lo sbarco dei migranti e di essere pronta ad affrontare le accuse che le sarebbero state mosse dall’autorità giudiziaria. La capitana di nazionalità tedesca è stata infatti arrestata: l’ipotesi di reato è di resistenza a nave di guerra e tentato naufragio, per la manovra all’interno del porto. Al momento si trova all’interno della caserma della guardia di finanza. «Ha trascorso la notte lì, successivamente andremo ad Agrigento per l’interrogatorio e l’eventuale convalida del fermo», dichiara a MeridioNews l’avvocato Alessandro Gamberini, che difende Rackete insieme all’avvocato Leonardo Marino.
A occuparsi dell’inchiesta, come già anticipato nei giorni scorsi, sarà la procura guidata da Luigi Patronaggio. Smentita, infatti, l’ipotesi di un trasferimento delle carte alla procura distrettuale di Palermo, in virtù delle novità introdotte dal decreto Sicurezza bis voluto da Matteo Salvini. «Passerebbe lì soltanto se ci fosse l’ipotesi di associazione a delinquere, ma in questa vicenda non c’è alcun proposito pianificato di portare i migranti in Italia. C’è stato solo un salvataggio di persone che rischiavano la vita in mare aperto», sottolinea Gamberini.
I 40 migranti sono stati fatti sbarcare all’alba. Provati dal lungo stallo in mare, sono stati trasferiti nell’hotspot di Lampedusa che così torna ad accogliere un nutrito numero di ospiti, dopo mesi di quasi fermo. L’anno scorso la struttura era stata parzialmente danneggiata da un incendio. A visitare l’hotspot, ieri, è stata parte della delegazione del Partito democratico che in questi giorni ha deciso di spostarsi nell’isola delle Pelagie.
Intanto tutto fa pensare che la questione sbarco continuerà a far parlare e alimentare lo scontro politico. Il ministro Salvini, questa mattina, è tornato ad attaccare l’equipaggio della Sea Watch. «Solidarietà alle donne e agli uomini delle forze dell’ordine, visto che poche ore fa hanno rischiato la vita per la scelta criminale della Sea Watch – ha detto il capo del Viminale -. Da giorni stanno difendendo la legalità e i confini italiani, costretti agli straordinari da una nave pirata e da alcuni parlamentari di sinistra (tra cui un ex ministro) che anziché stare con le forze dell’ordine e con l’Italia hanno scelto di schierarsi con una ong tedesca».