Europee: Donato, la leghista che vuole l’Italia fuori dall’Ue «I troll? Fatti a casa propria, sono una forma di sostegno»

Se sui social network bisogna chiamarla Lady Onorato (@ladyonorato), chi vorrà mandarla a Bruxelles basta che scriva il nome anagrafico: Francesca Donato. Di origine marchigiane ma palermitana d’adozione, la 49enne avvocata è candidata con la Lega nella circoscrizione insulare. Nel capoluogo siciliano sei anni fa ha fondato Eurexit, associazione che promuove l’uscita dell’Italia dall’eurozona e che l’ha portata a diventare volto noto dei salotti televisivi. Per Donato si tratta della seconda candidatura alle Europee, dopo l’esperienza del 2014: anche in quel caso corse per la Lega, seppur da indipendente. Oggi ci riprova in un contesto diverso e con in più la tessera del partito.

Eurexit spinge per lasciare l’Ue, ma Salvini ha dichiarato di non essere più interessato all’uscita dell’Italia dall’eurozona.
«Il discorso dell’uscita dall’euro, al momento, non è praticabile perché nella maggioranza e nelle istituzioni non c’è la volontà di percorrere questa strada. I cinquestelle non vogliono uscire, il presidente della Repubblica non ne vuole neanche sentire parlare e Bankitalia risponde solo alla Bce. Bisogna fare i conti con la realtà: oggi la maggioranza degli italiani non sarebbe pronta. E poi ricordiamo che siamo sempre sotto il ricatto dello spread». 

Da parlamentare europea cosa farebbe?
«Esiste un consenso trasversale tra tutti i partiti in merito alla necessità di riformare l’Europa. Ecco, noi in questo campo siamo quelli con le idee più chiare. Io mi propongo come testa d’ariete per portare avanti questo programma di riforme. Se non sarà possibile farle, allora si tornerà a parlare di uscita».

Per una regione come la Sicilia i soldi dell’Ue restano il principale appiglio per un rilancio dell’economia. Se si lasciasse l’eurozona, il Sud non rischierebbe l’abbandono?
«Dovrebbe pensarci il governo nazionale, partendo innanzitutto da un piano infrastrutturale serio, che comprenda il ponte sullo Stretto. Serviranno tanti soldi e non andranno reperiti tagliando welfare e istruzione, perché quello è un modello di economia che ha già dimostrato di essere fallimentare». 

Qual è la sua ricetta?
«Bisogna puntare ad archiviare il fiscal compact ma, ancora prima, ottenere l’attivazione della golden rule, cioè la possibilità di scorporare la spesa per investimenti dal calcolo del deficit di bilancio. Questa sarà una delle prime cose che proporremo. Chiederemo inoltre che la Bce venga modificata: la banca centrale europea deve garantire i debiti dei Paesi, in modo che, di fronte a un’eventuale reazione negativa dei mercati davanti agli investimenti dello Stato, dia protezione dagli attacchi speculativi. Fare ciò significherebbe rendere attuale l’obiettivo di coesione economica tra i Paesi membri».

Passando all’attualità nostrana, a tenere banco è la sospensione della docente palermitana. Che idea si è fatta?
«Il Miur ha fatto bene a prendere questo provvedimento. Soprattutto nei licei, spesso gli studenti sono plagiati dagli insegnanti nell’ottica di una propaganda antileghista o pro-sinistra. Un docente che avalla una ricerca in cui si mettono sullo stesso piano una cosa aberrante come le leggi razziali e una normativa di regolamentazione dell’immigrazione clandestina è un insegnante che non fa bene il proprio lavoro. Questa sospensione deve fare capire che i ragazzi non sono dei burattini da manipolare».

Sui social ha messo in guardia dal pericolo di un condizionamento delle Europee da parte dell’ong Avaaz e con essa di Soros. Eppure, a offrire sostegno alla Lega e al sovranismo è stato Steve Bannon, l’ex consigliere di Trump coinvolto nello scandalo Cambridge Analytica.
«Quello scandalo riguarda l’utilizzo di dati che appartenevano a Facebook e Bannon non è un dirigente di Facebook (Bannon è tra i fondatori di Cambridge Analytica, ndr). Il fatto che Bannon abbia fatto campagna elettorale a favore di Trump è una cosa normale. Come è normale che il partito Lega faccia propaganda per Salvini. Ogni partito lo fa per il proprio leader. Ciò che invece non è accettabile è vedere un’ong sovranazionale che finanzia la propaganda contro certi partiti, catechizzando e pagando persone per fare attività di trolling».

A proposito di troll, qualcuno accusa la Lega di avere una struttura che condiziona i social, con profili falsi ideati appositamente per rilanciare la propaganda salviniana.
«Ammesso che siano davvero dei troll, agiscono nella pagina di Salvini. Resta comunque una forma di sostegno che si fa a casa propria, non per danneggiare gli altri. Invece ci troviamo, compresa la sottoscritta, a subire ogni giorno attacchi e insulti da soggetti pagati per farlo. Le sembra corretto?».

Passiamo alla questione immigrazione. Eurexit propone di affidare le richieste di asilo alle ambasciate dei Paesi limitrofi a quelli di partenza.
«I profughi hanno diritto di chiedere asilo, lo dice il diritto internazionale. Quello che invece non è scritto da nessuna parte è che una persona in fuga possa scegliersi il Paese di destinazione. Per questo, è giusto che se si scappa dalla Libia si chieda protezione in un territorio confinante, come la Tunisia, dove non ci sono guerre in atto. E se quel Paese ha problemi di gestione dei flussi migratori, allora le ambasciate dei Paesi Ue debbono occuparsi della distribuzione. Ma sempre che non si tratti di un migrante partito dal Congo o dalla Nigeria perché, in quel caso, la richiesta andrebbe fatta in un altro Stato».

Intanto, però, i barconi continuano a partire. E le persone muoiono o finiscono per rimanere bloccate sulle navi assistendo al balletto sui porti aperti o chiusi.
«Questo succede perché siamo soggetti al ricatto finto-umanitario. Finché queste persone vengono messe in mare sapendo che possono morire, va benissimo; poi, però, se vengono trattenute su una nave della nostra marina militare in attesa di essere identificate e di capire se ci sono altri Paesi che accettino di accoglierli, diventiamo dei sequestratori. Nessuno dice qualcosa sulle ong che sono d’accordo con i trafficanti». 

Finora non c’è stata alcuna evidenza giuridica su questi rapporti. E la procura di Catania, la settimana scorsa, ha chiesto l’archiviazione per Open Arms.
«Altre inchieste sono ancora aperte. E su quelle archiviate bisogna dire che c’è una parte di pm, per intenderci Magistratura democratica, verso cui è legittimo nutrire riserve circa l’obiettività con cui agisce». 

Così, però, rimaniamo nel campo dei sospetti.
«Ma se ci sono i video su Youtube che dimostrano i contatti tra ong e trafficanti? E, comunque, è evidente che quando non ci sono le navi delle ong barconi non ne partono, mentre se ci sono ne partono tantissimi. I migranti sono merce di scambio. I primi interessati a non farli annegare sono i trafficanti, perché significa che ci sono schiavi in meno da sfruttare nei territori dove sono destinati».

Se Francesca Donato si trovasse su una barca privata e si imbattesse in un gommone con migranti in difficoltà, cosa farebbe?
«Li salverei, ci mancherebbe. Ma poi, subito dopo, li riporterei in Libia. A chi li affiderei? A Unhcr o altre ong che si occupano di accoglierli e magari riportarli nei loro Paesi d’origine, dove se la passerebbero meglio che in Italia».


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