Gli appetiti della loggia di Lo Sciuto sulle nomine Ipab «Con Mimmo Turano ho un accordo, alcune le faccio io»

Tra le cose che non bisognava farsi scappare per mantenere il controllo su ciò che accadeva a Castelvetrano e dintorni per l’ex deputato Giovanni Lo Sciuto, arrestato con l’accusa di essere il vertice di un’associazione segreta dedita a infiltrare le istituzioni, c’erano gli Ipab. Gli istituti pubblici di assistenza e beneficenza – da anni nel mezzo di una crisi dovuta anche al ritardo quasi ventennale nella riforma del settore – sarebbero stati, secondo gli inquirenti, una delle tante fonti di prebende per persone vicine alla cerchia di Lo Sciuto, gruppo nato all’ombra delle cinque logge massoniche ospitate al Centro sociologico italiano di Castelvetrano.

Nelle carte dell’inchiesta Artemisia, sono diversi i passaggi in cui Lo Sciuto, che ha trascorso la quasi totalità della passata legislatura tra gli alfaniani, prima con Ncd e poi Alternativa popolare, parla di Ipab e del proprio interesse nel condizionare le nomine dei commissari chiamati a gestirli. L’obiettivo sarebbe stato quello di sfruttare il controllo dell’ente anche per altre assunzioni, riproponendo così uno schema rodato e basato sullo scambio di favori. Ricetta imprescindibile per alimentare la rete clientelare da attivare in occasione delle elezioni.

A essere tirato in ballo da Lo Sciuto è anche l’attuale assessore regione alle Attività produttive Mimmo Turano. Il politico trapanese, che in passato è stato presidente della Provincia e che non è tra gli indagati dell’indagine, sarebbe stato al centro di un accordo politico-clientelare per la gestione delle nomine agli Ipab. «Per ora l’assessorato alla Famiglia è in quota Udc. C’è Turano. – dice Lo Sciuto a inizio 2016 al suo braccio destro Giuseppe Berlino, anche lui arrestato -. Io con Turano ho un accordo: alcune le fa lui, alcune me le faccio io, capito? Per esempio, Castelvetrano e Campobello le faccio io. Quando non interessa a lui, nomino io. Ma sempre dirigenti regionali parliamo». L’argomento era stato al centro di un una conversazione anche il mese precedente, poco prima di Natale. «Ieri ho parlato con Turano – la voce è sempre quella di Lo Sciuto, accanto a lui nell’auto c’è ancora una volta Berlino -. Gli ho detto: “Dobbiamo fare queste nomine dell’Ipab, dobbiamo vedere questa situazione”. A lui (Turano, ndr) gli sembrava che glielo avevo detto per… Mi ha detto: “Giovanni, a Castelvetrano le fai tu le nomine”, tipo che voleva farle da tutte le parti lui». A quel punto Turano, all’epoca capogruppo Udc all’Ars, avrebbe fatto riferimento a Gianluca Miccichè, l’allora assessore alla Famiglia nel governo Crocetta. «Ha parlato con Gianluca Miccichè. Dice: “Gianluca, a Castelvetrano la fa Giovanni”», racconta Lo Sciuto a Berlino. Sul punto l’ex assessore Miccichè, contattato telefonicamente da MeridioNews, assicura di non avere mai ricevuto indicazioni politiche sulle nomine delle Ipab. «Se ne occupavano i direttori, non io», chiosa. 

Il nome di Turano compare anche in un’altro passaggio dell’ordinanza del gip di Trapani. Ancora una volta si tratta di un’intercettazione. Stavolta il presunto capo della loggia segreta è a colloquio con Felice Errante, in quel momento sindaco di Castelvetrano, dopo aver sconfitto nel 2012 proprio Lo Sciuto. Tra i due, tuttavia, nel corso degli anni si sarebbe creata un’intesa, che avrebbe portato a numerosi rimpasti di giunta e alla nomina di diversi assessori legati alla massoneria. È quasi il ferragosto del 2016 e Lo Sciuto ed Errante parlano della designazione del nuovo vicesindaco. In ballo ci sono due nomi: Enzo Chiofalo e Mimmo Signorello

Il primo è cugino di Lo Sciuto, il secondo invece un avvocato vicino a Turano e a Salvatore Ingrasciotta, consigliere e massone nella loggia Demetra. Sia Chiofalo che Signorello avevano fatto ingresso in giunta dieci mesi prima. «È venuto Mimmo Turano e mi ha detto: “Menomale che c’è Signorello che vuole fare il vice sindaco” – dice Lo Sciuto al sindaco -. Gli ho detto: “Ascolta, partiamo dal presupposto che Castelvetrano è la mia città”, è giusto o no?». Errante risponde affermativamente e prova a rassicurare Lo Sciuto: «Giova’, a te lo deve dare il vicesindaco. Stai tranquillo…». Ma Lo Sciuto va avanti e, riprendendo il discorso che avrebbe fatto a Turano, aggiunge: «È come se io vengo ad Alcamo e ti vengo a dico a te cosa devi fare». Errante, dal canto suo, ribadisce di avere la consapevolezza che la nomina sarebbe dovuta passare da Lo Sciuto, il quale sottolinea di avere convinto Turano facendogli notare una controindicazione nella nomina di Signorello: «Mi ha detto: “Giovanni, non ne parliamo più, a posto”. Anche perché gli ho detto: “Anche perché appena il vicesindaco massone con Turano, ti metti nel mezzo pure tu e a te chi te lo fa fare?”».

Da parte sua Turano smentisce entrambe le ricostruzioni. Sulla questione Ipab, l’esponente della giunta Musumeci dichiara a MeridioNews: «Non mi interesso alle nomine degli Ipab da almeno dieci anni. Non vedo nulla di strano nell’indicare possibili nomi, visto che parliamo di incarichi di natura politica ed è necessario che a guidare gli enti siano persone competenti. Ma con Lo Sciuto non ho mai discusso di queste cose, gli Ipab – aggiunge Turano – avrebbero solo bisogno di una buona riforma a cui finalmente questo governo regionale sta lavorando». L’assessore alle Attività produttive assicura anche di non aver ragionato con Errante e Lo Sciuto della nomina del vicesindaco di Castelvetrano. «Signorello è una persona che stimo e conosco bene, ma non ho chiesto nulla per lui – commenta Turano – Peraltro mi pare di capire che per Lo Sciuto io gli avrei concesso di nominare i commissari Ipab a Castelvetrano, ma al contempo avrei desistito dalla nomina di Signorello. Un discorso alquanto contraddittorio in un’ottica di dare e avere. Mi creda, sono tutte invenzioni».

Per la procura, l’influenza di Lo Sciuto nel settore Ipab si sarebbe manifestata con la designazione, a gennaio 2016, di Concetta Maltese a commissaria dell’istituto Infranca. La stessa Maltese era stata assunta nel gabinetto dell’assessorato ai Beni culturali, lì dove avrebbe trovato posto anche Berlino. «Maltese era la garanzia per l’allora deputato di poter accedere a nomine clientelari all’interno dell’Ipab, come nel caso del responsabile sicurezza Domenico Bua (indagato, ndr) e di un commercialista», scrivono gli inquirenti. Incarichi, in alcuni casi, dati a titolo gratuito per evitare la selezione pubblica, ma con la promessa sottobanco di rinnovarlo aggiungendo un’indennità superiore ai tremila euro. 


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