Ars, in dirittura d’arrivo i tagli (o quasi) alla politica

APPROVATI GLI ARTICOLI DELLA LEGGE SULLA SPENDING REVIEW PER POLITICI E BUROCRATI DELL’ARS. DOMANI IL VOTO FINALE. PIU’ CHE ALTRO SEMBRA UNA MEZZA PRESA IN GIRO ALLA SICILIANA. COME SOTTOLINEANO IN UN COMUNICATO I PARLAMENTARI DEL MOVIMENTO 5 STELLE

Stasera Sala d’Ercole, in attesa del Bilancio 2014 ancora ‘latitante’ ha quasi approvato la legge sulla spending review del ‘Palazzo’. Ovvero, tagli per i deputati regionali e per i burocrati dell’Ars.
Per ora i numeri sono piuttosto incerti. Dicono che la retribuzione dei deputati passerà da 16 mila euro mensili a 11 mila euro e rotti al mese. A noi la cosa non convince, perché la retribuzione di un parlamentare regionale, con tutti gli ‘ammennicoli, sfiora, in media, i 20 mila euro al mese.
‘Bocciati’ quasi tutti gli emendamenti presentati dai 14 deputati del Movimento 5 Stelle. E siccome i grillini sono gli unici che si sono ridotti l’indennità, la legge in corso di approvazione si annuncia come una mezza presa in giro. Almeno per la parte che riguarda i parlamentari. Mentre si annuncia più pesante per i dipendenti dell’Ars, visto che si parla di una ‘sforbiciata’ del 10 per cento.

Critico il capogruppo dei grillini all’Ars, Giancarlo Cancellieri: “Questa legge – dice – passera alla storia dell’Assemblea come la legge Savona-Ardizzone. Voi avete cotto, servito e mangiato la pietanza e noi siamo solo spettatori. I nostri emendamenti sono stati sistematicamente bocciati o dichiarati inammissibili”.
Per la cronaca, Giovanni Ardizzone è il presidente dell’Ars che, alla fine, ha messo in discussione questa legge. Senza il suo impegno personale, i 75 ‘califfi’ (dal ‘mazzo’togliamo i 14 deputati grillini e lo stesso Ardizzone) non avrebbero approvato nemmeno questa legge. Mentre Riccardo Savona è il presidente di questa commissione legislativa speciale che ha redatto il disegno di legge per la riduzione (o quasi) del costi della politica.
“La tanto invocata specialità della nostra Regione quale strumento per far valere le peculiarità della Sicilia – affermano i deputati 5 Stelle – è stata mandata in soffitta dal Parlamento, che decide invece di essere speciale rispetto al resto delle regioni sul mantenimento dei privilegi”.
“Il Palazzo vince ancora su tutto e su tutti – proseguono i deputati grillini – e così si tiene fermo l’agganciamento al Senato, mentre il decreto Monti per amor di pace diventa una cifra al momento indecifrabile:11.100 per indennità e diaria, la cui determinazione viene demandata al Consiglio di presidenza dal quale il movimento 5 Stelle rimane ancora escluso. Chissà perché”.
In effetti, questa è una manchevolezza che segnaliamo al presidente dell’Ars, Ardizzone, persona per bene che, però, nella vicenda del Consiglio di presidenza che esclude i parlamentari grillini sarebbe già dovuto intervenire.
Com’è noto, Antonio Venturino, eletto nel Movimento 5 Stelle a Sala d’Ercole nel collegio di Enna, è stato designato vice presidente dell’Ars, unico componente del Consiglio di presidenza del Parlamento dell’Isola (una sorta di ‘consiglio di amministrazione’ dell’Assemblea regionale siciliana composto dai deputati di tutti i gruppi parlamentari) per conto dei grillini.
Poi, però, Venturino ha lasciato il gruppo parlamentare del Movimento 5 Stelle. tenendosi la poltrona di vice presidente e lasciando senza rappresentanza nel Consiglio di presidenza i grillini. Cosa, questa, che il presidente Ardizzone avrebbe dovuto sanare. Anche perché tenere fuori i grillini significa che nel Consiglio di presidenza debbono per forza di cosa tenere nascosti atti ai grillini. Cosa, questa, che, anche se non vera, lascia comunque nel dubbio.

Tornando ai tagli, veri o presunti, che i parlamentari dell’Ars avrebbero disposto sui propri stipendi, i grillini osservano che “non indifferente sarà infatti quale parte costituirà la diaria esente da tasse e quale parte l’indennità invece tassata. Nessuna rendicontazione sulla diaria che verrà così erogata così come accade ad oggi a prescindere dalle effettive spese sostenute dal deputato per il vitto e l’alloggio a Palermo”.
In pratica, è quello che noi abbiamo paventato: la riduzione degli ‘stipendi’ dei parlamentari – e lo diciamo senza avere ancora letto le ‘carte’ – si annuncia come una mezza presa in giro: avranno tolto, sì e no, 2 mila euro al mese che si riprenderanno da un’altra voce.

“L’unica soddisfazione – sottolineano sempre i parlamentari del Movimento 5 Stelle – l’allineamento a quanto stabilito in conferenza Stato-Regioni per quanto concerne le spese dei gruppi parlamentari che da 2.400 euro mensili passano a 700 euro mensili per deputato”.
“Nessun tetto massimo agli stipendi del personale della Regione e dell’Assemblea, come voluto dal Movimento – dicono ancora i grillini – viene posto in essere, come se il costo del funzionamento della ‘macchina’ burocratica regionale fosse legato ai compensi dei deputati che anche in questa circostanza sono stati bravi ad aggirare l’ostacolo”.
“Solo una timida riduzione del 10% quale contenimento della predetta spesa – leggiamo ancora nl comunicato dei grillini – cifra ancora più bassa di quella voluta dallo stesso Savona. Scandalosa invece appare l’esclusione dei reati quali 416, 416 bis, 416 ter dalle cause di esclusione non solo dalla vita pubblica, ma anche dalla erogazione a vita dei vitalizi e trattamento pensionistico. Una spending review alla siciliana molto, molto speciale”.

A plaudire a questa legge-beffa è il soli Baldo Gicciardi, capogruppo del PD all’Ars. “Siamo soddisfatti – dice Gucciardi – si pone finalmente fine ad una disparità di trattamento che agli occhi della gente appariva ormai incomprensibile”.
Gucciardi si riferisce alle retribuzioni dei consiglieri di altre Regioni italiane. Forse il bravo capogruppo del PD non sa che ci sono Regioni italiane dove le retribuzioni dei consiglieri regionali sono più alte di quelle dei parlamentati di Sala d’Ercole.
Sempre molto informato, l’onorevole Gucciardi…


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