Anello ferroviario, viale Lazio nel caos A rischio dipendenti Bar Sicilia, chiuso un fast food

Il Bar Sicilia rischia di licenziare cinque dipendenti. Il fioraio sistemato all’angolo con via Sicilia sta pensando di cambiare location. Il fast food Skk ha già abbassato le saracinesce. Sono solo tre delle tante attività, tutte nella zona di viale Lazio, ‘recintata’ a causa dei lavori per l’anello ferroviario, che in pochi giorni lamentano cali nelle vendite dovuti al cantiere dell’azienda Tecnis, a cui sono stati appaltati i lavori.

«Un quartiere stravolto» lo definisce Gabriele Citarella, l’attivista del comitato spontaneo che ha lanciato una petizione rivolta al Comune per manifestare all’Amministrazione le difficoltà sino ad ora riscontrate. Difficoltà che vanno dall’assenza di parcheggi auto al taglio ‘selvaggio’ degli alberi che potrebbero ostruire i lavori, sino ad arrivare alla chiusura delle saracinesche di alcune attività commerciali.

Proprio i titolari degli esercizi commerciali della zona sostengono di aver registrato una flessione delle vendite già a partire da giovedì scorso, primo giorno di chiusura delle strade. Da una settimana gli operai dell’azienda catanese incaricata della realizzazione dell’infrastruttura scavano per mandare avanti i lavori. Macchinari in azione, dunque, lungo via Sicilia e nel tratto di viale Lazio (tra via Libertà e poco prima dell’incrocio con viale Campania.

«Hanno chiuso viale Lazio per lavori – scrivono i gestori del fast food, Skk, nella propria pagina Facebook -. Sta bene lavorare per migliorare la nostra amata Palermo, ma non credo sia giusto farlo in questa maniera. Fare bella la città dovrebbe essere a favore dei cittadini. Davvero vergognoso chiudere una strada senza preoccuparsi minimamente dei commercianti e degli investimenti che, questi, avevano supportato con tanti sacrifici prima della chiusura della strada. Non si sono chiesti come vivranno, come potranno mantenere i loro impegni economici. Cari governatori, siete voi che avete ucciso l’economia, siete voi che ci togliete ogni voglia di fare il nostro lavoro in modo onesto, perché voi non siete onesti».


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