Anche libero va bene

Anche libero va bene, primo film come regista di Kim Rossi Stuart prodotto dalla Palomar e distribuito dalla 01 Distribution, non fa altro che confermare Kim Rossi Stuart come uno dei più grandi attori italiani, oltre che a svelare una piacevole sorpresa: la scoperta di un nuovo talentuoso regista. Kim Rossi Stuart sembra conoscere nei minimi dettagli, nonostante questa sia la sua prima volta dietro la telecamera, le tecniche della regia. Azzeccata la scelta di una regia classica per raccontare di una storia qualunque, come ce ne sono tante. E la drammaticità del tutto sta nell’estremo realismo che si legge in ogni singola frase del film, in ogni sua immagine.

La storia narra di un padre sfortunato sia in amore che con il lavoro. Messosi in proprio non riesce a risolvere i suoi problemi economici, problemi che si sommano all’assenza della moglie che – secondo la descrizione fornita da Renato (Kim Rossi Stuart) – vaga tra i letti delle persone ricche. I figli della coppia sono ormai scettici d’innanzi ai frequenti vai e vieni della madre. Roberto si trova così costretto a badare da solo ai figli, cercando di non fargli mancare niente e sforzandosi in ogni modo di farli crescere prima del tempo. Viola (Marta Nobile) è la sorella di Tommaso (Alessandro Morace) e, nonostante sia più grande del fratello, è ancora ingenua d’innanzi ai comportamenti irresponsabili della madre, una scellerata discretamente interpretata da Barbara Boulova, attrice che sopperisce alle sue carenze recitative con la sua infinita bellezza.

Impressionante è il debutto del giovanissimo Alessandro Morace che interpreta magistralmente il ruolo del figlio più piccolo di Roberto. Un’interpretazione che fa venire la pelle d’oca. Gli sguardi del ragazzino trasmettono, nonostante la giovanissima età dell’attore, la sofferenza provata. L’angoscia di vivere una situazione insostenibile.

Ottima la scelta di usare un linguaggio forte, spesso ricco di bestemmie, proprio per irrobustire di realismo la figura del padre. Realismo che emerge anche attraverso i dialoghi ben scritti e l’interpretazione di Kim Rossi Stuart che, non a caso, ha vinto il premio come miglior attore all’ItaliaFilmFest.

Nonostante le scelte classiche di regia, vi sono alcuni elementi sperimentali nelle inquadrature e nelle scene (tra tutte va ricordata la scena del sogno). Un film che continuerà a far parlare di sé e, ce lo auguriamo, colpirà il maggior numero di spettatori possibili.


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