Un video girato a luglio. Da allora poco è cambiato. Il nostro viaggio nelle residenze universitarie catanesi fa tappa all Oberdan. Non ci sono solo i gravi problemi strutturali nel seminterrato della zona mensa (chiusa per lavori), ma anche alcuni nelle stanze-Quando la poltrona è vuota
Al ‘centro’ dei problemi
Umidità, carenze strutturali, necessità di ripulire le pareti dal tempo e dall’incuria. Questi i problemi più importanti della residenza universitaria “Centro”, meglio nota come Oberdan.
L’immobile costruito negli anni ‘70 in via Guglielmo Oberdan da allora non ha goduto di molti interventi di ristrutturazione e manutenzione. Al piano terra ci sono una sala studio e una con i computer, non troppo grandi, ma provviste di collegamento ad internet. Sempre qui si trovano un salone per concerti e il teatro “Musejon”, utilizzato soprattutto dal coro dell’Ersu. Nei quattro piani dell’edificio si contano, poi, centodue camere, sedici singole e ottantasei doppie, per un totale di 188 posti letto, anche se in realtà ci sarebbe anche un’altra sezione, attualmente non utilizzata perché non a norma, che potrebbe aumentare il totale dei posti di altri 60.
Nel mese di luglio le camere ‘venti’, disposte nei quattro piani del lato ovest rispetto all’ingresso della struttura, sono state chiuse per problemi di inagibilità. Così circa trenta ragazzi non hanno potuto usufruire delle camere a loro assegnate all’interno della residenza. Si fece di necessità virtù, ci spiega Domenico Conti, vice-responsabile della gestione della struttura di via Oberdan. «Alcuni di loro si conoscono già da molto tempo e se qualcuno mancava per qualche giorno o per un periodo un po’ più lungo dava volentieri la sua stanza a chi in quel momento non ne aveva una». Le stanze ‘venti’, comunque, sono state riconsegnate dopo circa una settimana di chiusura.
«Si è trattato di un intervento precauzionale per cui non è servito montare un’impalcatura – così l’ingegnere Francesco Sciuto, capo dell’ufficio tecnico dell’Ersu – Le stanze erano tutte agibili all’interno, l’unico pericolo era rappresentato dai cornicioni dei balconi, per cui gli intonaci sono stati picconati per evitare eventuali cadute di calcinacci, ed è stata posta una rete verde a protezione degli stessi».
Ed è proprio così che si presentano ancora adesso quei balconi, con la rete verde e i ferri della struttura visibili e non saranno rimessi in sesto in breve tempo, perché secondo i tecnici dell’Ersu di Catania, non rappresentano una priorità. Verranno sistemati definitivamente quando verrà ristrutturata la facciata della residenza, la cui tempistica e programmazione, però, è praticamente sconosciuta per mancanza di denaro. «Ciò che in questo momento è prioritario è il seminterrato della mensa della residenza per la cui ristrutturazione sono stati stanziati centomila euro» precisa Sciuto.