Dal capitano Ciro Capuano allo staff dirigenziale, tutti i componenti della squadra agrigentina hanno contribuito a risistemare l'impianto Esseneto. La struttura è ancora inagibile, ma la speranza dei biancazzurri è tornare a disputare gli incontri già dalla partita di domenica prossima. Guarda le foto
Akragas, calciatori imbianchini ridipingono lo stadio «È casa nostra, deve diventare un luogo di gioia»
«Quando ho accettato di venire ad Agrigento, non pensavo certo di andare a pitturare lo stadio; tuttavia io e gli altri abbiamo accettato di buon grado. Non è solamente protesta, è un vero e proprio progetto». Con queste parole, capitan Ciro Capuano racconta alla stampa, durante la conferenza pre-Cosenza, le sue impressioni sull’esperienza da calciatore–imbianchino. Nei giorni scorsi, infatti, tutta la società, team manager compreso, si è impegnata nella tinteggiatura degli spalti di uno stadio Esseneto che, lo ricordiamo, è ancora inagibile per un difetto nell’impianto di illuminazione. Nonostante lo sponsor dell’Akragas sia l’Enel.
«Questa è casa nostra – continua Capuano – e di tutti gli agrigentini. Deve diventare uno stadio carino e accogliente; deve essere un luogo in cui le persone possano trascorrere due ore di gioia. Se no che fanno la domenica? Stanno a casa?». Non si sa ancora se i biancazzurri riusciranno a disputare il primo match casalingo già domenica 27; il sopralluogo rivelatore è atteso per il prossimo 24. «I giocatori non vedono l’ora di vedere lo stadio tutto pieno», dichiara mister Nicola Legrottaglie. «Del resto – continua il tecnico che, insieme a squadra, tifosi e a qualche consigliere comunale, giovedì scorso si è messo ad imbiancare – i sacrifici del club e della città sono sotto gli occhi di tutti».
Secondo Legrottaglie, dipingere i gradoni dell’Esseneto costituisce «un gesto naturale, non studiato: anche i calciatori sono lavoratori con eguali diritti e doveri rispetto agli altri. Signori, qua c’è gente che guadagna anche 800 euro al mese. È un grande errore pensare che la Lega Pro sia come la Serie A». Modestia del mister a parte, la notizia ha fatto veramente tanto scalpore. E allora, viene quasi spontaneo fare il paragone con l’exploit di Zdenek Zeman sulla panchina del Licata negli anni ’80. Anche per il boemo era la prima esperienza da allenatore in una squadra professionistica; e anche lui fece parlare di una sua iniziativa, all’esordio: faceva saltellare i suoi su e giù dai gradoni dello stadio Dino Liotta, sotto il sole cocente d’agosto, con sacchi di sabbia legati ai piedi. Gesto esemplare dal punto di vista atletico per Zeman, iniziativa forte sotto il profilo morale per Legrottaglie. «Sì, si può affermare che sono rivoluzionario come Zeman», risponde il tecnico pugliese. E aggiunge: «Vogliamo far parlare di noi come di un modello positivo; mi appello anche ai tifosi: fatevi ammirare da tutta Italia per la vostra condotta».
La squadra, domani, sarà a Cosenza dopo lo stop di domenica scorsa. «Domani sarà un Akragas con più gamba rispetto a Matera. Vedo i ragazzi sul pezzo, anche se siamo un work in progress». Lo conferma il rumore del trapano, sottofondo di tutta la conferenza stampa.