Era tornato in carcere lo scorso 29 marzo, l’avvocato agrigentino ed ex consigliere comunale Giuseppe Arnone. Adesso, però, i giudici del tribunale di sorveglianza di Palermo hanno disposto nei suoi confronti la semilibertà. Arnone, quindi, di giorno avrà la possibilità di esercitare la propria professione, mentre la sera dovrà tornare in carcere. Per lui c’è il divieto di affiggere manifesti dal balcone del suo studio – che è di fronte al tribunale – e di utilizzare Facebook e gli altri social network.
La decisione è arrivata tre giorni dopo l’udienza in cui i suoi difensori, gli avvocati Arnaldo Faro e Raimondo Tripodo, avevano chiesto al tribunale di concedere nuovamente l’affidamento in prova ai servizi sociali mentre il sostituto procuratore generale Rita Fulantelli aveva chiesto che scontasse le due condanne per calunnia e diffamazione in carcere, con fine pena fissato per il luglio del 2021.
L’avvocato Arnone, che è stato anche candidato sindaco e che ha legato il proprio nome alla causa ambientalista prima di diventare il difensore dei proprietari degli immobili abusivi nella Valle dei Templi, nel novembre del 2016 è stato arrestato con l’accusa di estorsione nei confronti di una collega a cui avrebbe chiesto 50mila euro per evitare di diffondere notizie su un procedimento giudiziario in cui era coinvolta.
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