Aeroporto di Catania HUB del Mediterraneo. La scelta di Enac contestata a Palermo ma che fa gioire gli etnei

Più che terreno di decollo della Sicilia, l’aeroporto di Catania diventa oggetto di scontro. Ancora una volta due parti a confronto: versante orientale della Regione vs versante occidentale. Al centro la scelta di Enac di fare della struttura etnea l’Hub del Mediterraneo. Decisione applaudita dal Movimento per l’Autonomia che, tramite il consigliere comunale a palazzo degli Elefanti Orazio Grasso di Grande Catania, esprime soddisfazione. «La scelta da parte di ENAC – ha detto Grasso – di fare dell’ aeroporto di Catania l’ hub del Mediterraneo è oggettivamente la scelta più giusta. I progetti già approvati ed in corso d’esecuzione, come l’ampliamento della pista e dell’aerostazione, le infrastrutture esterne come la metropolitana ed il passante ferroviario, l’interporto, la Ragusa-Catania, la presenza di aziende nell’area industriale a carattere internazionale come ST Microelectronics ed inoltre il fatto che l’aeroporto di Catania faccia parte del sistema lineare della Sicilia orientale che è l’area più densamente popolata della Sicilia e tra le più popolose in Italia, sono tutti fattori che danno credito alla scelta di Enac di realizzare a Catania l’Hub del Mediterraneo».

Lo scalo di Fontanarossa è il quarto in Italia e il primo per traffico nazionale con la tratta Catania-Roma tra le più importanti in Europa per numero di passeggeri. Dati che lo posizionano avanti rispetto a Palermo. E proprio dal capoluogo di Regione arriva il dissenso. «La scelta di Enac – hanno detto Giacomo De Luca e Gianluca Colombino della Cisal – di scegliere l’aeroporto di Catania come hub del Mediterraneo, a scapito di Palermo, è una forzatura. Lo scalo di Punta Raisi, per le sue piste, è idoneo a ospitare mezzi di maggiori dimensioni e non soffre la vicinanza dell’Etna che spesso costringe gli aerei a cambiare percorso. Il Falcone-Borsellino può contare su due piste di 3.326 metri e 2.068 metri e quattro direzioni di atterraggio, più 37 piazzole di sosta, a fronte di Catania che ha una sola pista di 2.436 metri e due sole direzioni di atterraggio. Condizioni incontestabili – sottolineano – che ci hanno spinto a chiedere l’intervento del Comune di Palermo che, da noi sollecitato, ci ha assicurati di avere già esposto la questione all’Enac e che altrettanto farà con il prossimo Governo regionale. È necessario però che tutti intervengano, dal presidente Schifani al Governo Meloni, per correggere una scelta sbagliata che non fa certamente gli interessi di tutta la Sicilia».


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