Acireale, chi sono i sette candidati a sindaco Storie e nomi eccellenti dietro le elezioni

Con sette candidati sindaco e seicento consiglieri, le elezioni amministrative ad Acireale sono attese con estremo interesse e altrettanta impazienza da larga parte della città, che negli ultimi mesi è stata più o meno direttamente coinvolta nella campagna elettorale. Se si considera che il numero di abitanti supera di poco le 50mila unità, si comprende come a essere interessato in prima persona al voto sia quasi una persona su ottanta. Se a ciò si aggiunge il naturale impegno di familiari e amici, non è esagerato dire che a vivere in ansia la settimana che precede il voto sono praticamente tutti.

E il percorso di avvicinamento non è stato di certo sereno. Già prima che la campagna elettorale iniziasse ufficialmente, tra le varie parti in campo sono cominciate le schermaglie, con confronti anche duri e momenti di tensione. Vera e ufficiale novità di queste elezioni è stato il web che, tra social network, dirette streaming e blog di approfondimento, ha fatto da arena virtuale per dibattiti che sono andati avanti giorno e notte.

Gli aspiranti alla poltrona di primo cittadino sono: Michele Alì (Acireale Bene Comune), Roberto Barbagallo (Cambiamo Acireale, Acireale Futura, Democratici per Acireale, Popolari per Acireale), Mario Di Prima (Acireale al Centro), Michele Di Re (Trenta per Acireale, Forza Italia, Grande Acireale, Acireale Civica, Progetto Acireale), Sebi Leonardi (Pd, Articolo 4, Megafono, Acideale, Lista Primavera), Marcello Monaco (Partecipazione Popolare, Movimento Civico Pro Acireale), Salvo Raciti (Movimento 5 Stelle).

Roberto Barbagallo

Candidato per interposta persona?
Tra i temi che hanno maggiormente tenuto banco in questi mesi c’è quello riguardante il grado di autonomia del candidato Roberto Barbagallo dall’onorevole Nicola D’Agostino, ritenuto vero e proprio deus ex machina del progetto che ruota attorno alla lista Cambiamo Acireale. Dal canto suo Barbagallo, che ha vinto le primarie ed è stato apprezzato l’estate scorsa per essere stato uno dei principali promotori dell’iniziativa Vivaci, ha portato avanti una campagna elettorale senza particolari colpi di scena. Anzi, per alcuni starebbe proprio in questa scelta di basso profilo la prova di come D’Agostino sia il vero motore dell’intera macchina elettorale. Il deputato regionale, infatti, non si è tirato indietro e più volte è entrato direttamente in prima persona nella disputa. Due gli episodi da ricordare. Nel primo caso quando, nel corso di un’intervista, l’onorevole ha lanciato un chiaro appello affinché si facesse attenzione alla composizione delle liste, sottolineando la possibilità che la criminalità organizzata potesse essere coinvolta nel voto. E poi quando avrebbe preteso la rimozione di un post su Facebook in cui venivano poste delle domande su una vicenda legata a un presunto abuso edilizio in cui sarebbe stato coinvolto Barbagallo. A margine dell’accaduto (le domande sono state riproposte il giorno dopo sotto forma di lettera aperta, ndr), D’Agostino ha dichiarato che «non è stata minacciata alcuna querela, è stato solo chiesto in maniera seria di non strumentalizzare una vicenda i cui fatti risalgono a decenni fa montando un caso, con il solo intento di gettare fango su un preciso candidato».

Michele Di Re

Nuovo o vecchio?
Una grana simile a quella di Barbagallo ha riguardato l’imprenditore Michele Di Re. Nonostante la sua candidatura sia nata da un movimento civico, ben presto accanto al suo nome si sono affiancati politici del calibro del deputato nazionale di Forza Italia Basilio Catanoso e del senatore Gal (Grandi autonomie e libertà) Antonio Scavone. A tal riguardo, nel corso del primo confronto pubblico tra i sette candidati, Di Re ha sbottato ribadendo che, pur avendo l’appoggio di partiti come Forza Italia, il proprio programma politico è tale da garantire un rinnovamento della politica acese e non certo un prolungamento dell’ultimo decennio targato Garozzo.

Sebi Leonardi

Tra sceicchi e fallimenti.
Problemi diversi hanno riguardato, invece, il candidato del centrosinistra Sebi Leonardi. Per quest’ultimo, le polemiche sono arrivate in seguito agli sviluppi registratisi nell’affaire Perla Jonica, dove Leonardi è stato uno dei commissari liquidatori. Una vicenda, questa, dai contorni tuttora poco chiari e che, con il passare delle settimane, non è sembrato un affare per nessuno.

Se infatti in un primo tempo si è sparsa la voce secondo cui la vendita tanto attesa allo sceicco Hamed Bin Al Hamed sarebbe stata procrastinata con l’intento di essere utilizzata al momento opportuno – cioè alla vigilia del voto –, la notizia del blocco deciso dal Tribunale fallimentare di Catania ha rischiato di trasformarsi in un boomerang per Leonardi, che si è trovato a dover fronteggiare anche le pesanti critiche provenienti dai fratelli Costanzo, proprietari della struttura.

Michele Alì Salvo Raciti

Seconde linee? No, grazie. Accanto ai citati Barbagallo, Di Re e Leonardi, si sono mossi gli altri quattro candidati che, pur non partendo in pole, hanno portato avanti una campagna elettorale all’insegna del cambiamento. In tale ottica, Michele Alì di Acireale Bene Comune ha promesso alla città una politica di sinistra, attenta alle questioni ambientali e alla legalità, beneficiando del supporto del sindaco di Messina, Renato Accorinti, e del leader di Sel, Nichi Vendola. Mentre Salvo Raciti si fa portavoce della rivoluzione a cinque stelle targata Beppe Grillo, con la speranza che il M5S possa ottenere un successo a livello locale dopo il famigerato boom alle scorse elezioni regionali.

Mario Di Prima Marcello Monaco

Gli altri due candidati rimasti sono l’esponente comunale di centrodestra Marcello Monaco che, dopo aver preso le distanze dal gruppo dell’amministrazione uscente, correrà in prima persona con l’appoggio di due liste, e Mario Di Prima che, nonostante i pronostici sfavorevoli, ha deciso di giocarsi le proprie carte fino all’ultimo.


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