«Abbiamo approvato la delibera che stanzia le risorse per l’emergenza del viadotto A19 Himera in Sicilia». L’annuncio arriva dal premier Matteo Renzi al termine del consiglio dei ministri. I fondi serviranno per la costruzione di un collegamento provvisorio che ripristini il collegamento tra Palermo e Catania dopo che una frana ha investito i piloni del viadotto lungo l’autostrada A19. I finanziamenti previsti sono di «30 milioni per ricucire la Palermo-Catania con una bretella di collegamento provvisoria e oltre 27.4 milioni per il miglioramento della viabilità», ha spiegato il sottosegretario all’istruzione Davide Faraone. Che, dopo l’ufficializzazione dei fondi, chiede a tutte le parti in causa di darsi da fare «per migliorare la disastrosa condizione delle strade siciliane».
Immediate le reazioni politiche alla notizia, su tutte quelle del Partito democratico. «Già all’indomani del cedimento del pilone dell’autostrada avevamo chiesto e ottenuto la presenza del ministro delle Infrastrutture Graziano Delrio, che è arrivato in Sicilia 24 ore dopo ed ha subito mostrato interesse e attenzione per questa situazione», ha affermato il segretario regionale Fausto Raciti. «Da allora il Pd siciliano ha portato avanti contatti e sollecitazioni a vari livelli, per far sì che il governo nazionale potesse mettere in campo misure urgenti per far fronte ad una situazione di giorno in giorno sempre più pesante per i siciliani».
Ma da Sinistra, ecologia e libertà arriva la critica: «Ci vogliono 38 giorni per dichiarare stato d’emergenza e alla fine stanziate solo 27 milioni di euro? Almeno risparmiateci il trionfalismo», ha sottolineato il deputato siciliano Erasmo Palazzotto. I fondi disposti sono a suo parere «assolutamente insufficienti» per garantire il ripristino della «viabilità e la messa in sicurezze delle strade dell’isola. Una cifra irrisoria davanti alla condizione disastrosa in cui versano strade siciliane che avrebbero bisogno di almeno 600 milioni per interventi di normale manutenzione». Stessa linea seguita da Gianpiero D’Alia (Udc), presidente della commissione bicamerale per le questioni regionali: «Lo stato d’emergenza non è una gentile concessione né una vittoria politica di qualcuno – ha precisato – Siamo davanti ad un giusto segno d’attenzione del governo nazionale che ha risposto positivamente alla richieste d’intervento per una situazione che ha messo seriamente in difficoltà la Sicilia». A lui fa eco il collega di commissione del Pd Franco Ribaudo: «Rispetto ai 345 milioni di euro chiesti dalla Regione Sicilia per fronteggiare i danni causati negli scorsi mesi dal maltempo reputo insufficienti i 27.4 milioni di euro di fondi della Protezione civile nazionale previsti per affrontare le principali emergenze viarie nella zona delle Madonie, del Corleonese e di altre arterie secondarie dell’Isola». Secondo Ribaudo, lo stanziamento del «sette per cento delle somme richieste non potrà assicurare i principali interventi di ripristino e manutenzione nelle strade provinciali e secondarie, così come i danni alle abitazioni e all’agricoltura».
L’ordine degli Ingegneri di Palermo, invece, solleva dei dubbi sulla soluzione proposta dal governo. «Su quali basi è stata subito data per scontata la necessità di realizzare una bretella demolendo anche il corrispondente viadotto in direzione Palermo?», chiedono gli esperti. E aggiungono «Perché non verificare attraverso un’accurata indagine tecnica la possibilità di utilizzarlo provvisoriamente per uno scambio di carreggiata con transito a doppio senso, limitando così il protrarsi dei disagi e dei danni che l’interruzione della A19 ha causato all’economia siciliana?». Infine sottolineano che «non risulta documentato se e in che modo il dissesto abbia eventualmente coinvolto le fondazioni e la struttura del viadotto in direzione Palermo. L’unico dato certo è che l’impalcato direttamente danneggiato dalla frana si è appoggiato a quello adiacente provocandone uno spostamento laterale di soli nove centimetri».
Intanto proprio stamattina, mentre era in corso il vertice ministeriale, un gruppo di cittadini di Caltavuturo – uno dei Comuni più colpiti dalla frana – ha effettuato un volantinaggio per sensibilizzare i cittadini che quotidianamente si trovano costretti a lunghe deviazioni a causa della chiusura dell’A19. I volontari chiedono soprattutto il risanamento e la stabilizzazione di uno smottamento che è in movimento da dieci anni e ha interrotto la viabilità interna in altri punti, per i quali si richiedono interventi. E poi sollecitano i lavori dell’Anas per il ripristino del transito in entrambe le carreggiate per il tratto che va da Scillato a Tre Monzelli, la sistemazione della bretella realizzata in appena tre settimane a titolo gratuito da due aziende della zona e delle forme di risarcimento per le attività economiche danneggiate in queste lunghe settimane.
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