A tu per tu con il 20enne di Maletto, in provincia di Catania, passato al team internazionale Giant-Liv Polimedical. L'inizio per gioco a 13 anni e l'esperienza del 2020 su strada. In mezzo, il rapporto di simbiosi con il vulcano e i suoi percorsi. Guarda il video
Il sogno di Vincenzo Saitta, professionista nella mountain bike L’amore viscerale per l’Etna: «Mi diverto tra boschi e sentieri»
Il sogno realizzato di entrare nel mondo del
professionismo della mountain bike. Vincenzo Saitta, 20 anni, originario e residente a Maletto in provincia di Catania, da alcuni giorni ha firmato con il team Giant-Liv Polimedical. Per capire il livello della sua nuova squadra basta scorrere l’elenco dei compagni e fermarsi al nome del colombiano Leonardo Paez, campione del mondo in carica della categoria marathon. Quella di Vincenzo è una carriera cominciata quasi per gioco quando aveva 13 anni. Il tempo di prendere confidenza con lo sterrato, mettere il pettorale e sono arrivate le vittorie in giro per la Sicilia. «Ho provato le prime corse tra gli amatori – racconta a MeridioNews – e mi sono reso conto che riuscivo ad arrivare sempre tra i primi. Poi sono passato alle gare federali e alla terza ho conquistato il primo podio». In poche parole, togliendo la modestia che contraddistingue Vincenzo, lui vinceva quasi sempre.
Per il percorso di crescita e il salto di qualità del neo professionista sono state due le persone fondamentali:
Luigi Congiu e Paolo Alberati. Il primo «è stato il mio presidente per due anni – spiega Vincenzo – e mi ha dato la possibilità di fare gare fuori dalla Sicilia in giro per l’Italia». L’altro tassello fondamentale, ormai da tre anni, lo ha messo l’ex ciclista professionista Alberati, che di Saitta è procuratore e allenatore. Quasi ogni giorno Vincenzo è impegnato in duri allenamenti tra single track, ripidissime salite e boschi. «Paolo (Alberati, ndr) non mi ha mai detto “diventerei un professionista” ma mi ha sempre chiesto impegno per ottenere i risultati. Durante un periodo di normale attività, percorro circa 500 chilometri la settimana, comprese le uscite con la bici da corsa – racconta – In media sono più o meno 20 ore totali».
Molte delle quali trascorse tra i sentieri dell’Etna. Con
la montagna Saitta ha un rapporto praticamente viscerale. Conosce gli angoli più sperduti e spesso percorre sentieri e piste con gli sci o a piedi in cerca di funghi, altra sua grande passione insieme alle ruote tassellate. Lo scorso anno, per Saitta c’è stato anche la parentesi nel ciclismo su strada, tra gli under 23 della Mastromarco Nibali. «Ho provato su suggerimento di Paolo, ma non riuscivo a trovarmi a mio agio – spiega – Ho corso poco e non ho avuto il tempo di prendere confidenza». Complice la pandemia e i lunghi soggiorni in Toscana, l’ambientamento non è stato semplice. In mezzo un modo di gareggiare totalmente diverso rispetto alla mountain bike. «Non riuscivo a digerire l’ambiente del ciclismo su strada a livello agonistico, non ero abituato a stare in gruppo. Mi mancavano i sentieri e i miei boschi, quelli in cui mi diverto. Penso che per andare avanti sia fondamentale proprio il divertimento. In mountain bike non esistono scuse, non c’è il gioco di squadra e vince il più forte».
Cosa c’è nell’immediato futuro? «Comincerò con qualche gara in Sicilia già a febbraio – spiega – a marzo sarò a gareggiare in Umbria, poi qualche competizione internazionale». Tra queste, con ogni probabilità, ci sarà l’Etna Marathon. Gara in cui Saitta si è messo in luce e a cui forse deve il salto di qualità decisivo per il passaggio alla Giant. L’ultima edizione è stata conclusa in ottava posizione con il primo posto proprio del suo nuovo compagno di squadra Paez. Ieri per Vincenzo è stato anche il primo giorno in sella alla sua nuova bici, ovviamente inaugurata, come mostra il video, tra i sentieri del vulcano.