Partiti intorno alle 15 gli F-16 danesi arrivati ieri a Sigonella, la base più vicina alle coste libiche e sede del 41esimo stormo dell'Aeronautica militare italiana e dove ci sarebbero anche tornado inglesi pronti a partire. Si tratta dei primi velivoli decollati verso la Libia dal territorio italiano. Il cielo libico è monitorato 24 ore su 24 da parte di aerei Nato. Compiti di controllo anche per due velivoli Awacs, aerei radar con autonomia di volo di 7 ore, che partono uno da Sigonella e uno da Trapani, alternandosi. Intanto il ministro della Difesa La Russa annuncia che otto aerei italiani (4 caccia e 4 Tornado) saranno utilizzati nella giornata di oggi. L'Enac conferma che l'aeroporto di Trapani è chiuso al traffico aereo civile per le operazioni militari. Intanto una nave con a bordo 4 siciliani è stata sequestrata in acque libiche
Libia, partita l’operazione Odissea all’alba
Secondo giorno: Partiti intorno alle 15 gli F-16 danesi arrivati ieri a Sigonella, la base più vicina alle coste libiche e sede del 41esimo stormo dell’Aeronautica militare italiana e dove ci sarebbero anche tornado inglesi pronti a partire. Si tratta dei primi velivoli decollati verso la Libia dal territorio italiano. Il cielo libico è monitorato 24 ore su 24 da parte di aerei Nato. Compiti di controllo anche per due velivoli Awacs, aerei radar con autonomia di volo di 7 ore, che partono uno da Sigonella e uno da Trapani, alternandosi. Intanto il ministro della Difesa La Russa annuncia che otto aerei italiani (4 caccia e 4 Tornado) saranno utilizzati nella giornata di oggi. L’Enac conferma che l’aeroporto di Trapani è chiuso al traffico aereo civile per le operazioni militari. Intanto una nave con a bordo 4 siciliani è stata sequestrata in acque libiche.
21:40 E’ partita l’operazione Odissea all’alba. In campo cinque paesi Nato, tra cui l’Italia. Secondo fonti militari interne, Sigonella dovrebbe essere configurata come base di rifornimento. Gli aerei che stanotte verrano utilizzati – con molta probabilità – domani saranno nella base di Catania. Intanto sono arrivati mezzi danesi e inglesi che dovrebbero partire stanotte stessa, dopo le 2, ora locale.
Confermato il tempo di “avviamento missione” per gli aerei italiani: pronti in 15 minuti e con un raggio di azione di 300 km quadrati. Ciò significa che potrebbero essere su Tripoli in meno di 30 minuti. Non dovrebbero però essere usati nell’immediato. Bagnoli in Campania è la sede del comando italo-americano per le azioni militari di controllo del mediterraneo. La strategia della Nato sembra delinearsi abbastanza chiaramente: distruggere in anticipo il sistema missilistico e il sistema di rivelazione radar e comunicazioni del Colonnello, in modo da evitare un eventuale controattacco. Probabile obiettivo dei raid notturni gli aereoporti militari in modo da evitare il decollo di mezzi libici. Operazione resa non facile dalla presenza di civili sulle piste. Sette in tutto le basi italiane coinvolte, Trapani per prima. Sono appena rientrati voli italiani di controllo attività radar.
20:00 Il sito Siciliainformazioni ha diffuso alcune foto circolate in queste ore su Facebook con decine di carri armati fermi al porto di Palermo con a fianco una nave. Le foto risalirebbero allo scorso 9 marzo.
17:45 Mentre alcuni caccia francesi sarebbero già in volo sui cieli di Bengasi per ostacolare i movimenti delle truppe di Muammar Gheddafi, in Sicilia sono arrivati i Tornado a Trapani Birgi. La base di Sigonella da ieri sera è in pre allarme. Sempre a Sigonella sono arrivati aerei danesi e, secondo alcune voci, sarebbero pronti a partire. L’isola è col fiato sospeso per la paura di eventuali controffensive del raìs. Già nel 1986 il colonnello lanciò due missili scud che caddero a poche miglia di distanza da Lampedusa, per rispondere agli attacchi americani.
Intanto il premier Silvio Berlusconi tranquillizza gli italiani: i missili libici non sarebbero un pericolo per l’Italia perché avrebbero una gittata insufficente a raggiungere il nostro territorio. Lo assicurano le forze armate, dopo un esame approfondito delle armi a disposizione del regime.