Gli avevano sospeso l'attività al mercato ortofrutticolo ma lui continuava a smerciare frutta. Il protagonista è Ferdinando Vinciguerra, già condannato per rapina e ricettazione e considerato vicino alla famiglia di Cosa nostra Santapaola. L'uomo è imputato per estorsione a due imprenditori, insieme al boss Carmelo Puglisi
Confiscati beni a imprenditore del settore ortofrutta Gestiva box nonostante i sigilli della procura etnea
Un box del mercato ortofrutticolo di Catania gestito da un condannato per ricettazioni e rapina, considerato vicino alla famiglia di Cosa nostra dei Santapaola-Ercolano. Il decreto di confisca è scattato per l’attività di Ferdinando Vinciguerra, 42 anni. Sigilli anche per alcuni immobili, veicoli oltre ad alcune società che operano nel settore della commercializzazione della frutta e della verdura. Tra queste c’è la Quattro stagioni srl, che era già finita in passato sotto la lente d’ingrandimento della procura. Lo scorso maggio il tribunale di prevenzione aveva infatti sospeso l’attività perché ritenuta «ingestibile e incontrollata».
Vinciguerra, secondo gli inquirenti, avrebbe più volte violato i sigilli riappropriandosi del box che gli era stato tolto. Riuscendo a continuare, ma in maniera del tutto illegale, i suoi affari nel commercio di frutta. Nel mirino sarebbe finito anche l’amministratore giudiziario, vittima di continue intimidazioni. I nuovi sigilli sono scattati nei giorni scorsi, quando i carabinieri di Paternò, insieme alla sezione cinofili di Nicolosi, hanno scoperto l’uomo intento nella sua attività nel mercato di Bicocca. Vinciguerra è stato denunciato per i reati di violazione dei sigilli e di un provvedimento dei giudici. Il tutto avvalendosi, secondo i magistrati, del metodo mafioso.
L’uomo è anche imputato in un processo per estorsione aggravata ai danni di due imprenditori: Miro e Andrea Tomasich. I fatti risalgono al 2008, quando Vinciguerra insieme ad altri presunti esponenti di Cosa nostra entrò a far parte delle società Ortoverde srl e Le verdi follie srl. Il vero obiettivo, stando alle accuse, sarebbe stato quello di fare assumere i parenti di alcuni personaggi ritenuti vicini alla mafia catanese in «quanto persone che garantivano la protezione delle imprese». Nello stesso processo sono finiti alla sbarra Giovanni, Paolo e Domenico Egitto e con loro il boss del quartiere Civita Carmelo Puglisi. Il gruppo avrebbe pestato e minacciato di morte il ragioniere della società Carlo Di Benedetto oltre a intimorire l’imprenditore Andrea Tomasich e i suoi familiari con frasi come «Vi sparo. Vi ammazzo ora stesso».
Con l’ultimo provvedimento di confisca sono stati sequestrati anche diversi prodotti. Tra cui 284 cassette di insalata, 416 di cachi mela e 154 di melograni. Portate via anche centinaia di chili di mele, mandarini e meloni gialli. I proventi del provvedimento sono stati donati alla Caritas diocesena di Catania.