Messina, sarebbe stato il gas a uccidere gli operai Fatale il tentativo di soccorrere il primo lavoratore

Sarà un pool composto dal Ris dei carabinieri e dalle squadre dei vigili del fuoco del nucleo Nbcr, (nucleare, biologico, chimico e radiologico) ad accertare quanto è accaduto ieri pomeriggio sulla nave ex Siremar Sansovino al porto di Messina, dove, a causa di esalazioni di gas all’interno di una cisterna, sono morti tre operai e uno è gravissimo. L’inchiesta della Procura di Messina è affidata alla procuratrice aggiunta Giovannella Scaminaci e alla sostituta Francesca Rende. Anche la Caronte&Tourist, la società armatrice proprietaria dell’imbarcazione, ha avviato un’indagine interna. 

Tanti gli aspetti da chiarire sull’incidente. Erano da poco passate le 15 quando a bordo della Sansovino ormeggiata la molo Norimberga è scattato l’allarme. Durante le operazioni di ispezione e pulizia delle sentine (le parti più in basso dove si raccolgono gli scoli della nave), alcuni marittimi si sono sentiti male e quando gli altri colleghi sono andati a soccorrerli si è consumata la tragedia. Alcuni gas sprigionatisi nelle fasi di pulizia di una cisterna sono stati subito fatali per Gaetano D’Ambra, di Lipari, secondo ufficiale di coperta. Secondo una prima ricostruzione il primo a morire sarebbe stato proprio lui, dopo essersi accasciato a terra, stordito dai gas.  

Stesso destino per il messinese Christian Micalizzi, primo ufficiale. È morto invece all’ospedale Papardo Santo Parisi, originario di Terrasini, operaio motorista. È stato trasportato in elisoccorso, ma le sue condizioni erano troppo gravi. Lotta tra la vita e la morte, nel reparto di Rianimazione dell’Irccs Neurolesi Piemonte, il 36enne palermitano Ferdinando Puccio. La sua è la situazione più grave tra i feriti, perché i polmoni sono stati compromessi dal gas killer che ha inalato provando a soccorrere i suoi colleghi. I medici sono in contatto con l’Ismett di Palermo, il centro eccellenza per i trapianti ed è probabile che per salvargli la vita sia necessario un trapianto di polmoni. Sotto osservazione breve tra gli ospedali Piemonte e Policlinico altri colleghi delle vittime, operatori del 118 e vigili del fuoco.

Nel pomeriggio è prevista la visita a Messina del presidente della Regione, Rosario Crocetta per rendere omaggio alle vittime. «Per rappresentare la sofferenza e il dolore di tutto il popolo siciliano e per ribadire che di lavoro si deve vivere e non morire – afferma il governatore – Mi auguro che l’ inchiesta possa accertare eventuali responsabilità per rendere giustizia a quei morti e alle loro famiglie. Esprimo tutta la mia solidarietà e la mia vicinanza ai familiari, con la consapevolezza che nessuna parola potrà lenire la loro disperazione e il loro immenso dolore».

Tra i primi a commentare la tragedia il presidente della Repubblica Sergio Mattarella: «Prendo parte con commozione al dolore delle famiglie dei quattro lavoratori di Messina e del marmista morto ieri a Carrara. Ribadisco con forza l’esortazione a fare di tutto perché non si ripetano queste gravissime tragedie. Ogni morte sul lavoro è inaccettabile in un Paese come il nostro». Anche il premier Matteo Renzi è intervenuto: «È un dolore insopportabile, una ferita nel cuore dell’Italia che lavora». 

Unanime il commento dei sindacati: «Sicurezza e prevenzione sono insufficienti». La Cisl ha chiesto al prefetto Ferrandino di convocare il tavolo di lavoro già costituito presso l’ispettorato sulla sicurezza. «Non esiste alcun valido motivo per non tutelare la sicurezza dei lavoratori. Non esiste nessuna giustificazione economica né organizzativa,» il commento del segretario generale Tonino Genovese e del segretario provinciale della Fim Cisl Nino Alibrandi. Per la Uil trasporti «si investe poco sulla sicurezza, lo denunciamo da sempre». La Cgil chiede che «sia fatta piena luce su quanto accaduto». L’Orsa trasporti aggiunge: «La pulizia delle cisterne nelle navi è una operazione delicatissima da eseguire, secondo una severa normativa volta a eliminare i gas residui (gas free) per prevenire inquinamenti e incidenti al personale che lavora nei pressi della cisterna aperta». 


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