I ragazzi delle scuole e dell'università partiranno da piazza Politeama armati di megafono e striscioni. Protagonista del corteo saranno le rivendicazioni contro la Buona scuola del governo Renzi, oltre alla commemorazione degli studenti e dei professori cecoslovacchi ai quali manifestare il proprio dissenso durante il periodo nazista costò la vita
Domani la Giornata internazionale degli studenti «Momento di ricordo, ma anche di rivendicazioni»
Domani sarà una giornata calda a Palermo. A dirlo, però, non sono le previsioni meteo, ma gli studenti di scuole e università, che domani sfileranno in corteo a partire da piazza Politeama alle ore 9. Il motivo è lo stesso che li anima e li mobilita già da diversi mesi: manifestare il proprio dissenso contro le riforme del governo di Matteo Renzi, specie quella della Buona scuola che, secondo i ragazzi, punterebbe su politiche di sfruttamento e profitto attraverso l’alternanza scuola-lavoro, che li impegna gratuitamente. Ma non solo. Il 17 novembre, infatti, è la Giornata internazionale degli studenti: ricorrenza che si celebra ogni anno per rivendicare il diritto allo studio e il diritto degli studenti di esprimersi. Il giorno non è stato scelto a caso e coincide, infatti, col tragico eccidio di studenti e professori cecoslovacchi che si opposero al nazismo.
«Rivendicazioni a parte, che sono quelle contro la Buona scuola e il governo Renzi, domani abbiamo comunque deciso di scendere in piazza perché per noi studenti rappresenta una giornata molto importante, durante la quale si commemorano gli studenti uccisi durante le manifestazioni organizzate nel periodo nazista e quindi è chiaro che per tutti noi è un momento dell’anno abbastanza significativo per mobilitarci», spiega a MeridioNews Simona Pezzella del Coordinamento studenti medi Palermo, che coordina le scuole della città. «Ovviamente – riprende la ragazza – non mancheremo di ribadire anche le nostre rivendicazioni, che portiamo avanti già da quest’autunno». L’occasione, del resto, si presta.
A sfilare con striscioni e megafoni per le vie cittadine saranno anche gli universitari, che proprio alcuni giorni fa si sono visti negati la possibilità di organizzare un’assemblea per venerdì 18 novembre per discutere del referendum del 4 dicembre e, in particolare, per confrontarsi sulle ragioni del no. Respinta dal rettore Fabrizio Micari la richiesta scritta inoltrata dal Collettivo Universitario Autonomo. «Nessun evento sarà autorizzato – si legge nella nota inviata agli studenti – salvo nei casi in cui venga garantito il contraddittorio e la piena equidistanza delle diverse posizioni politiche con la presenza di tecnici ed esperti della materia». In sintonia con questa decisione c’è anche il rettore dell’Università di Catania, Davide Pignataro, che rifila ai ragazzi lo stesso diniego.
«È assurdo come i poteri forti possano godere tranquillamente del diritto a esprimere un pensiero di parte e a noi studenti, che siamo i veri protagonisti dell’università, questa stessa possibilità viene paradossalmente negata», dice Silvia Fabra del Collettivo. Gli studenti, però, non demordono e prevedono di organizzare ugualmente l’assemblea di venerdì: «L’assemblea comunque si farà, la organizzeremo all’ex facoltà di Lettere, ci saranno sia gli studenti medi che gli universitari», anticipa Pezzella.