Noa ritrova Catania

Ne è passato di tempo da quella lontana sera del 1992, quando la cantante israeliana Achinoam Nini e il collega Gil Dor si esibirono a Catania. Una sconosciuta, che diciassette anni fa non sapeva neanche dove fosse la città etnea: la cercò sulla cartina, pensando si trattasse di uno scherzo.
E adesso Noa ritorna, mercoledì 4 marzo al Teatro Brancati, ormai Cavaliere della Repubblica italiana e dopo aver girato tutto il mondo con la sua musica, per riproporre quello che fu il suo primo concerto all’estero, il lancio della sua carriera internazionale.

In tutti questi anni Noa non si è mai dimenticata di Catania e soprattuto di Pompeo Benincasa, direttore artistico di CataniaJazz, che la scoprì. Nei momenti difficili della rassegna, l’artista israeliana c’è sempre stata.
Eppure, ricorda Benincasa con rammarico, Catania non ha mai tributato grandi onori a Noa, al contrario del resto dell’Italia. E’ per questo che il solo concerto dell’artista israeliana con la sua band, – nel cartellone del CataniaJazz, giovedì 5 marzo al Teatro Metropolitan – non poteva bastare. Benincasa lo aveva già anticipato in un’intervista a Step1, le idee non sono mai mancate.

Ed è così che il 4 marzo, in una esclusiva serata ad inviti, Noa riproporrà la sua prima esibizione a Catania, in duetto con Gil Dor, oggi come allora. L’artista racconterà di sé, della sua vita e della sua carriera, ma anche del suo rapporto con la città e la Sicilia, in conversazione con il pubblico.
Ma un’ulteriore sorpresa sarà il duetto con l’amica palestinese Mira Awad, con cui Noa canterà il brano in concorso per l’Eurofestival di Mosca.
La Awad sarà in concerto a Catania anche domani, al Teatro Brancati, per la rassegna MusicaDonna di CataniaJazz. Ad accompagnarla ci saranno Amos Haddani alla chitarra e Gadi Seri alle percussioni.

Una scelta che ha già fatto discutere, quella delle due artiste di esibirsi insieme.
Mira e Noa, infatti, sono state scelte per rappresentare Israele al festival internazionale. Le due artiste e amiche hanno subito accettato: a Mosca loro vogliono cantare la speranza, senza fingere che tutto vada bene. Specialmente dopo la guerra a Gaza, i bombardamenti, i morti.
Ma non sono mancate le critiche e gli appelli a desistere. Molti artisti arabi hanno chiesto a Mira di declinare l’invito, di non rendersi complice della strategia di Israele: una campagna mediatica per dare l’illusione che israeliani e palestinesi vivano in armonia, al di là di Hamas. Una giustificazione all’eccidio, come l’hanno definita.
Ma Mira e Noa vogliono trovare una strada per la pacifica convivenza dei due popoli, con pari diritti e condizioni di vita, e il modo in cui hanno scelto di farlo è semplicemente cantando. A Catania, come a Mosca.


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