30 ottobre: un gruppo di ricercatori precari e studenti si stacca dal corteo e attende dietro al portone del Palazzo centrale, chiuso, chiedendo di poter parlare con il rettore. Allimprovviso, i battenti del palazzo si aprono: nel cortile centrale cè il Magnifico in persona. Comincia una lunga, e animata, discussione
Recca: ‘Con il cuore in mano, non ci sono posti’
Al grido di “Non sbattete la porta in faccia alla ricerca”, prima un gruppo di ricercatori precari, poi sempre più studenti hanno cominciato a protestare chiedendo che il portone del rettorato venisse riaperto.
«Sono dispiaciuto»
Il professor Antonio Pioletti giudica negativamente l’episodio della chiusura del portone. “Quando sono arrivato in piazza, dopo una grande e pulita manifestazione, il portone era aperto ed ero contento. Era un segno di forza e dialogo. Poi improvvisamente si è chiuso, ho provato un po’ di dolore e vergogna. Lasciare il portone aperto significava dire che l’Università non ha paura del dialogo e del confronto”.
«Lei chi è?»
Attendista, partecipante al dottorato, studente. Non sa più in quale modo presentarsi il povero precario dell’università che alla sua domanda “Di cosa parlerete domani in Senato Accademico?” si sente rispondere dal rettore: “Lei chi è? Si presenti”. A pochissimi minuti dall’ingresso degli studenti nel cortile centrale va così in scena un acceso dibattito conclusosi con l’affermazione del multi precario: “Questa è una magrissima figura”. Ribatte il rettore: “Ditelo alla stampa”.
I bilanci sono sani
Affermazione chiara e inequivocabile: “Devo rendere merito alle passate gestioni. Il nostro ateneo è sano. I bilanci sono sereni” Questa la risposta del rettore alla domanda di uno studente circa la situazione economica dell’università catanese.
Fate gli esami? Male, male, male
Altro lungo chiarimento sul ruolo svolto da uno dei partecipanti al dibattito. Stavolta è il turno di una docente non strutturata. “Cosa fa lei? Mi faccia capire cosa vuol dire non strutturata” incalza il rettore. “Sono docente a contratto a Scienze politiche, mi occupo di laboratori didattici alla facoltà di Lettere” è la risposta. Ma all’affermazione “Come tutti quelli nella mia situazione, nonostante tutto, faccio anche esami” il rettore controbatte: “Male, male, male. Non potete farlo, metterò in mora i vostri presidi”.
Con il cuore in mano: non ci sono posti
È questa l’affermazione del Rettore circa la situazione con la quale studenti e precari dell’università si devono confrontare. Pochi attimi prima un’altra dichiarazione, molto chiara : “Ci saranno tagli destinati al personale, avremo meno professori”.