Sono stati sentiti numerosi sindaci ed ex amministratori dalla Direzione distrettuale antimafia nell'indagine che mira a fare chiarezza sulle assunzioni di familiari e persone vicini a politici locali
Girgenti Acque, l’indagine sulle assunzioni Sfilano i politici, anche Firetto e Silvio Cuffaro
La Direzione distrettuale antimafia di Palermo sta ascoltando un lungo elenco di politici nell’indagine sulle presunte assunzioni clientelari a Girgenti Acque, la società che gestisce il servizio idrico nella provincia di Agrigento e al centro di numerosi guai giudiziari. Oggi sono stati sentiti il sindaco di Agrigento, Calogero Firetto; il suo predecessore Marco Zambuto, oggi presidente dell’assemblea siciliana del Pd; il fratello dell’ex governatore siciliano Totò Cuffaro, Silvio, sindaco di Raffadali; Giuseppe Scalia, ex deputato del Pdl; Maria Iacono, ex sindaco di Caltabellotta; Stefano Cusumano, ex senatore dell’Udr, e Rosario Manganella, sindaco di Favara.
Il procuratore aggiunto Maurizio Scalia e il pubblico ministero Gery Ferrara indagano, a seguito di diverse segnalazioni, per fare chiarezza sulle assunzioni di decine di familiari di politici e persone vicine a politici locali. Si ipotizza anche il reato di voto di scambio politico mafioso. Il presidente della società, l’imprenditore agrigentino Marco Campione, è finito ai domiciliari a dicembre per falso e corruzione in un’inchiesta sull’Agenzia delle Entrate di Agrigento. Campione ha rilevato la Impresem, colosso delle costruzioni coinvolta insieme ai suoi proprietari, gli imprenditori Filippo Salamone e Giovanni Miccichè, nell’indagine sul cosiddetto tavolino: il sistema di spartizione mafiosa degli appalti svelato dal pentito Angelo Siino.
La Dda sta tentando di accertare se Cosa nostra abbia messo le mani sul settore milionario dell’erogazione idrica e se i politici locali abbiano barattato l’affidamento della gestione del servizio idrico con una serie di assunzioni. Nei mesi scorsi la procura di Agrigento aveva inoltre avviato un’inchiesta su una maxitruffa sui contatori dell’acqua che sarebbero stati destinati ai comuni della provincia. I contatori, provenienti dalla Cina – ne sono stati sequestrati centinaia al porto di Palermo – sarebbero taroccati.