Si affuma anche il balzano progetto di equiparare i dirigenti dellars e quelli della regione
Dal presidente dellArs, Giovanni Ardizzone, lezione di stile agli appapponi di Confindustria Sicilia
Si affuma anche il balzano progetto di equiparare i dirigenti dellArs e quelli della Regione
Non sappiamo come finirà lunedì prossimo allArs con due leggi a nostro avviso piuttosto traballanti (su questi tremi torneremo domani per un approfondimento). Ma sappiamo che il presidente dellArs, Giovanni Ardizzone, ieri, in occasione del tradizionale incontro con i giornalisti – la cerimonia del Ventaglio che ogni anno, a chiusura della sessione legislativa estiva, la stampa parlamentare regala al numero uno di Palazzo Reale – ha detto un paio di cose importanti. Proviamo a sintetizzarle.
In primo luogo, ha risposto agli appapponi di Confindustria Sicilia. Si tratta degli industriali (o quasi ) che, da cinque anni, si sono impossessati prima di un pezzo di Regione e, adesso, di una parte sempre maggiore di amministrazione regionale. Ma quello che hanno arraffato non gli basta. Vorrebbero di più.
Hanno tra le mani lIrsap, le lucrose liquidazioni dei vecchi Consorzi Asi, lassessorato alle Attività produttive e pezzi consistenti di sottogoverno. Con il loro fido Giuseppe Lumia – novelli Mangiafuoco della politica siciliana spostano di qua e di là il presidente della Regione, Rosario Crocetta, e altri quattro cinque assessori regionali eterodiretti.
Ma questo non gli basta. Anche perché, non essendo bravi, arraffano molto meno di quanto vorrebbero. In parte sono un po sfortunati. Perché hanno messo le grinfie sulla Regione quando le casse sono state in buona parte svuotate da Roma. Così cercano in tutti i modi di mettere le mani sul cacio: per esempio, sulla formazione professionale.
Con il fido Lumia, avrebbero voluto sbarazzarsi di enti, società e, soprattutto, personale per andare bagnare il becco nelle risorse del Fondo sociale europeo. Ma hanno impattato con una cosa che non capiscono: la politica. Scienza molto complicata per chi è abituato ad eliminare gli avversari con le solite accuse di antimafia.
Questa volta, però, i tre amici di Confindustria Sicilia si sono acchiappati al tram: Sala dErcole, infatti, ha costretto il presidente Crocetta e il senatore Lumia a far partire la seconda annualità dellAvviso 20.
Certo, stanno provando in tutti i modi a mettere zeppi a destra e a manca. Nelle regole per laccreditamento, ad esempio, è spuntato un codicillo incostituzionale, ovvero la negazione del diritto di difesa a chi ha contenziosi con la Regione. Bella questa, no?
Gli industriali e i vari potentati che gli stanno attorno trovano qualche difficoltà con lacqua. Il presidente Crocetta – che di suo cambia spesso opinione (vedi Muos di Niscemi ) – ha fatto un capitombolo, rimangiandosi gli impegni assunti con lacqua pubblica e dichiarandosi paladino dei privati. Ma a settembre non gli verrà facile. Anzi, a nostro avviso, avranno serie difficoltà ad ‘eliminare’ (la dizione sarebbe unaltra e la lasciamo alla fantasia dei nostri lettori). Idem con i rifiuti. Dove il piano discariche incontra molte difficoltà.
Insomma, sta Regione, che gli uomini di Confindustria Sicilia pensavano di aver matato si presenta come un osso duro. Il Parlamento siciliano, poi, dimostra di non avere rispetto per gli ordini perentori degli Industriali del ficodindia.
Così, dopo aver raccolto solo insuccessi e botte in testa, Confindustria sicula ha mandato avanti il solito Ivan Lo Bello, già presidente di Confindustria Sicilia, già infilato nei posti più comodi (banche soprattutto), oggi dirigente nazionale della stessa organizzazione. Lo ha mandato avanti per farli lanciare le solite accuse vacue di antimafioserie varie.
Tutto inutile. Perché Lo Bello, ieri, si è preso una bella rimbeccata dal presidente dellArs. Che, a chiare lettere, ha detto che a Sala dErcole non ci sono mafiosi. Un modo elegante per dire – ma questo il presidente Ardizzone non lha detto: lo diciamo noi – che in un Parlamento, per avere successo e portare dalla propria parte i parlamentari, bisogna essere bravi e convincenti: proprio quello che non sono Crocetta, Lumia e larmata Brancaleone degli improbabili assessori di questo scalcagnato e improvvisato Governo (con riferimento, soprattutto, agli assessori eterodiretti).
Ma rimbeccata a Confindustria Sicilia a parte, il presidente Ardizzone, ieri, ha detto altre cose interessanti. Sulla bella idea di decementificare Piazza del Parlamento, sbaraccando un orribile parcheggio per creare un giardino, riferiamo in altra parte del giornale (nella sezione cultura, per la precisione).
Molto interessante appare anche la proposta di rendere pubblica lutilizzazione dei fondi riservati. Già è molto discutibile che il presidente della Regione e il presidente dellArs debbano avere a disposizione fondi riservati. Il presidente Ardizzone ha detto che renderà pubblica lutilizzazione di questi soldi. Indicando, cioè, con nome e cognome, i soggetti che ne beneficeranno.
Ci sembra una proposta giusta e seria. Il presidente della Regione Crocetta, invece di blaterare a vanvera su antimafia e legalità, farebbe bene a fare la stessa cosa, rendendo pubblici i nomi di quelli che hanno già beneficiato dei fondi riservati della presidenza della Regione. E rendendo pubblici i nomi di coloro i quali ne beneficeranno.
Una terza cosa interessante, detta sempre dal presidente Ardizzone, riguarda i costi della politica. Sui dirigenti dellArs – che il presidente della Regione Crocetta vorrebbe equiparare, con una legge regionale, ai dirigenti regionali – Ardizzone, se non abbiamo capito male, ha osservato, giustamente, quello che questo giornale scrive da mesi: e cioè che, a differenza di quasi tutti i dirigenti regionali che, tranne rarissime eccezioni, sono entrati in amministrazione senza concorso e sono figli della legge 10 del 2000, i dirigenti dellArs sono vincitori di concorso. E i diritti acquisiti vincendo un concorso pubblico non possono essere cancellati. Perché si aprirebbero contenziosi lunghissimi che vedrebbero soccombere lamministrazione pubblica.
I protagonisti del cerchio magico del presidente Crocetta – che gli forniscono certi consigli sbagliati, frutto, forse, del fatto che pensano, errando, di essere dei Carnelutti – se ne dovranno fare una ragione.
Giusto ritoccare allingiù le retibuzion i degli alti burocrati dellArs. Ma lequiparazione con i dirigenti regionali non sta né in cielo, né in terra. E, se si dovesse materializzare, si affumerà come i cazzilli di certi panellari panormiti un po distratti.