Gallerie autostradali al buio, svincoli dingresso e duscita altrettanto bui, sterpaglie che bruciano lungo i guard-rail, sia esterni che di separazione fra le due corsie di marcia e vigili del fuoco costretti a disattendere altre urgenze per intervenire e spegnere focolai di incendio causati da quei buontemponi della domenica, che si divertono a spargere mozziconi di sigarette per ogni dove.
Ti piace il brivido? Percorri la Lentini-Augusta
Gallerie autostradali al buio, svincoli dingresso e duscita altrettanto bui, sterpaglie che bruciano lungo i guard-rail, sia esterni che di separazione fra le due corsie di marcia e vigili del fuoco costretti a disattendere altre urgenze per intervenire e spegnere focolai di incendio causati da quei buontemponi della domenica, che si divertono a spargere mozziconi di sigarette per ogni dove.
Questi focolai – ci ha detto un nostro lettore che tutte le mattine percorre il tratto di autostrada che da Lentini porta ad Augusta – potrebbero diventare pericolosi per la visibilità degli automobilisti che percorrono proprio questo tratto di autostrada, ma non c’è nessuno che si preoccupi di ripulire quelle aree dagli sterpi. Non consideriamo poi le gallerie al buio dove locchio dellautomobilista, che arriva dallassolato “esterno” perde istanti preziosi ad abituarsi al buio imprevisto, istanti che potrebbero anche costargli la vita.
Siamo in provincia di Siracusa e, come già accennato, stiamo parlando dellautostrada Catania-Siracusa, di quel tratto di autostrada, grande esempio di tecnologia abbinata allecologia, che fu inaugurata nel dicembre del 2009. Quella stessa autostrada che avrebbe dovuto essere la giusta prosecuzione di una sorta di corridoio fra il Nord Europa e il Meridione più profondo, in realtà viene trascurata nella manutenzione da parte di chi invece dovrebbe assolvere ai suoi compiti istituzionali.
La ditta Pizzarotti & C. s.p.a. di Parma, si “inventò” questopera innovativa allinsegna del risparmio energetico, utilizzò i terreni di risulta delle varie gallerie per realizzare la copertura di quattro gallerie artificiali sulla cui superficie installò un mega-impianto fotovoltaico da 13,2 MW che sarebbe dovuto servire, dalla centrale di Melilli, ad illuminare la stessa centrale, le gallerie e li svincoli che sulla stessa autostrada insistono.
È un vero e proprio fiore allocchiello lutilizzo dellenergia alternativa: per la prima volta in Italia in una grande infrastruttura stradale, gli impianti delle gallerie sono stati progettati per essere alimentati da pannelli fotovoltaici sistemati sulle volte di copertura – diceva la cronaca del tempo (la Pagina di Peppe Caridi) -. Questo impianto, una volta ultimato, sarà tra le più imponenti strutture di produzione di energia alternativa attualmente in funzione in Italia. La stessa sala di controllo di Passo Martino è autosufficiente dal punto di vista energetico grazie al ricorso allenergia fotovoltaica.
Questimpianto, dunque, costituito da quattro campi realizzati nel 2010 e connessi alla rete di media tensione, denominati Campana (0,8 MW), San Fratello (1,7 MW), Cozzo Battaglia Nord (3 MW) e Cozzo Battaglia Sud (7,7 MW), produce tuttora 20 milioni di Kwh allanno e come la stessa Pizzarotti Energia dichiara, usufruisce della tariffa incentivante del secondo Conto Energia e cioè di una tariffa che andava dai 0.36 a 0.44 euro a kwh prodotto (20 milioni), ma non sappiamo esattamente di quale abbia beneficiato la società.
La Pizzarotti, al contrario dei comuni mortali a cui il Conto Energia dovrebbe erogare gli incentivi solo per 20 anni, ha ottenuto, invece, un periodo di erogazione di 30 anni. Fare due conti non è difficile. Se la società percepisce queste cifre esorbitanti e dovrebbe utilizzare parte dellenergia prodotta per lilluminazione di svincoli e gallerie, come mai non vi provvede? E lAnas cosa fa davanti allatteggiamento della Pizzarotti? Insomma: a chi compete provvedere al corretto e sicuro utilizzo di questautostrada, ovvero di quella che avrebbe dovuto essere un fiore all occhiello della nostra terra?
Unautostrada, non dimentichiamolo, che è costata 40 anni di attese per gli abitanti della zona, costretti ad usare la vecchia Strada statale114. Unopera che è anche costata la vita a due operai deceduti durante i lavori, Antonio Veneziano nel giugno del 2006 e Gaspare Maganuco nel febbraio del 2008.